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Non fosse stato per i recenti dati sulla distribuzione del vino nella GDO nazionale ripresi anche dal blog, il fascicolo della Coop trentino “la convenienza dal 18 al 29 marzo” avrebbe fatto la fine di tutta la carta che riempie la bussola. Invece la pagina che propone i vini di Pasqua mi pare un manifesto dell’esistente che merita un commento.
di Massarello – In direzione ostinata e contraria, cantava Fabrizio De André. Una musica che in salsa trentina rispedisce al mittente la denuncia di ogni ipocrisia permettendosi il vezzo d’infischiarsene anche della forza dissacrante dell’ironia. Ribaltata pure quella, altro che Charlie Hebdo. Ostinatamente, la minestra è sempre la stessa insipida zuppa continuamente riproposta con una protervia che giustifica più di un
Ho letto il post di Armin Kobler e devo dire che si conferma per quell’uomo che è: tenace e talentuoso, ottimo sudtirolese. Un passo avanti della media dei trentoni (lasciami dire così, in modo da anticiparti le mie conclusioni). Armin, infatti, si permette di dare per scontato il cappello “Sudtirol” che comunque unisce tutti i produttori, tutti i vini, di tutte
Caro Cosimo, mi sono interessato al pensiero di Cristiana Collu, direttrice del Mart solo prima di Natale, quando si era saputo delle sue dimissioni entro gennaio. La stampa ne aveva riportato le motivazioni, dalle incomprensioni con il CdA alla mancanza d’indirizzo politico. Un pensiero, il suo, che condividevo per cui mi rimase il rammarico sia per la perdita che per la
Di Massarello – La notizia della conferma in blocco della dirigenza dell’Istituto del Trento DOC è passata quasi in sordina sulla stampa. Lo stringato comunicato diceva poco, ma abbastanza per interrogarsi e capire dove vuole andare la spumantistica locale. Cominciamo dalle conferme. Squadra vincente non si cambia: basta convenire sul peso delle vittorie. E il peso c’è, al punto da
di Massarello – Pensavo che al convegno di viticoltura “Il futuro del vino… ma con quali varietà?” tenutosi il 10 ottobre presso la Fondazione Edmund Mach di San Michele ci fosse ressa di viticoltori e cantineri, ma di questi ne ho visti pochi, mentre nutrita è stata la presenza di vivaisti trentini dato che l’incontro è stato organizzato da loro
di Massarello – Ogni epoca ha avuto i suoi confronti e ogni stagione riserva concorsi a ripetizione. In un Paese fasullo come il nostro possono lasciare il tempo che trovano, con eccezioni più o meno significative, ovviamente. Fra miss e libri, i concorsi per i vini hanno sempre fatto la loro parte, trovando infine nella globalizzazione un insperato nuovo interesse.
di Massarello – Caro Cosimo, riprendo volentieri le difese dell’Enantio che tu continui a mortificare con sacrosante argomentazioni, l’ultima delle quali si legge (qui). Gli spunti sono tanti e per evitare di perdermi tenterò di confutare il tuo dire seguendo i punti che hai messo in fila, con una sola premessa. Necessaria per spiegare perché un tirolese (tiroleso?) come me
di Massarello – Presi dalla contingenza della difficile vendemmia e con l’eco del plantigrado nelle orecchie, pare non esserci tempo per i programmi futuri. Come se il futuro non ci fosse, si vive il solo presente. La sensazione è che manchino gli “attivi”, gente attiva cioè, mentre abbondano i “passivi” che a loro volta si potrebbero suddividere fra giustificati e
di Massarello – Ci sono alcune cose in comune fra i tre top manager del vino trentino: primo che non sono trentini e questo fatto di per sé non sarebbe un problema, ma come vedremo lo è diventato; secondo, guidano tre cooperative ed anche questo è normale in un territorio coperto al 90% da questo modello organizzativo; terzo, si dice