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Se n’è andato a vendemmia finita, ma col vino nuovo già pronto per i primi assaggi e da buon ragioniere nel giorno esatto in cui, 80 anni prima, era nato. Da come l’ho conosciuto e frequentato Luigi Togn era così. Un’operazione finita e con la testa già nella prossima, magari con alleanze utili per completarla. E’ stato uomo del dialogo

Giuseppe Bepi Catarin con Franz Hass —————————————- Sui media di settore sono apparsi diversi ricordi dopo la scomparsa di Bepi Catarin per decenni funzionario di riferimento del settore vitivinicolo veneto, del Nord Est e oltre. Pochi, fra le migliaia di viticoltori trentini l’hanno conosciuto direttamente, ma molti gli debbono gratitudine. Vallagarina, Valdadige, delle Venezie assieme a denominazioni minori e prestigiose,

Qualche lettore ha fatto notare che a parte la contrarietà agli oligopoli vitivinicoli trentini, non si capisce bene dove noi (A.T./B.R.) si voglia andare a parare. Giusto. Se questo è ciò che resta, vuol dire che l’articolo di qualche giorno fa non era chiaro abbastanza, avendo dato per scontato che il pregresso del discorso fosse noto a tutti. Allora, a

In altri tempi dopo il post di Cosimo sul matrimonio maledetto (LaVis/Cavit) si sarebbe scatenato un finimondo, invece niente. Evidentemente i nostri sodali si sentono financo carini nel non infierire sui pochi “giapponesi” non rassegnati ad una guerra finita da tempo e a questo matrimonio(?) riparatore o di convenienza, non certo d’amore per il territorio. Quindi da maledire fin dalla

Tra la fine del millennio scorso e l’inizio della globalizzazione sull’asse Verona-Brennero erano cominciate le ristrutturazioni anche nel settore vitivinicolo. In Alto Adige la politica confermò la linea rigidamente territoriale intrapresa già all’indomani dello scandalo del metanolo degli anni ’80, quindi bando al vino da fuori, con Cantine Sociali, Tenute e piccole Cantine imbottigliatrici sotto l’unico cappello “Südtirol” integrato da sottozone,

Un bel tacer non fu mai scritto. Vero, ma spesso ipocrita e soprattutto comodo per alcuni. Sulla questione della cantina Mori Colli Zugna si è ecceduto creando danni ai produttori della zona, di tutto il Trentino e del vino in generale. E non è finita, né finirà presto. Non siamo mai stati di quelli che lanciano il sasso e poi

A ficcare il naso nelle notizie si corre il rischio di passare per ficcanaso e allora … mettiamoci il dito. Fra le cronache vitivinicole di questi giorni di festa una notizia nazionale raccontava come il Trentodoc sia salito sul podio dei consumi di bollicine dopo l’irraggiungibile Prosecco e dopo il Franciacorta; fra quelle locali – archiviate le cronache delle assemblee

Fra poco le spoglie mortali del vecchio patriarca del vino Leonello Nello Letrari saranno tumulate nella terra del suo paese natale, Borghetto all’Adige, fra i vigneti della Terra dei Forti e della Val d’Adige. Affinchè tutto non si comsumi nella circostanza e nel rito, affinché la memoria di quest’uomo dallo sguardo lungo non si perda in un arido ricordo ingessato,
Fra tanto parlare di vini, ogni tanto rimbalza sulle cronache la mai sopita questione dei Consorzi di tutela e la gente non capisce bene il perché di tanta polemica. Ragionando di pancia si archivia tutto come se fosse la solita corsa alla seggiola. Non è questo il caso e in Trentino meno che altrove. Qui infatti, c’è un’antica tradizione in
Cari (in ordine alfabetico), Michele * (Dallapiccola) e Tiziano ** (Mellarini), oggi vi raccontiamo una storia. Forse la conoscete già, e allora stracciate tutto e continuate pure a far finta di niente, o forse no, e allora concedeteci cinque dei vostri preziosi minuti e continuate a leggere. Questa è la storia di un pezzo di Trentino enologico #chenonresistepiù. Negli anni



