Ho sempre provato una certa insofferenza per le chiese, per chi le frequenta e per chi le dirige. Per tutte. Per quelle religiose, per quelle partitiche e anche per quelle, e forse soprattutto per quelle, della sommellerie. Mi prende sempre un inesorabile disagio quando incrocio le loro liturgie ossificate, i loro riti ritualizzati, il loro linguaggio criptico e volutamente escludente,

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