Riceviamo, da Uila – Uil del Trentino, e volentieri pubblichiamo. L’argomento è solo apparentemente off topic: le questioni poste dal sindacato per il settore lattiero-caseario riguardano da vicino anche il comparto vitivinicolo.

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vacche magre vacche grasse Il settore lattiero-caseario è costretto a muoversi in un’instabilità di sistema che, dal 2007 ad oggi, sembra essere diventata una condizione costante.

La produzione di latte in Italia è stretta tra necessità di concentrazione e riduzione dei costi.

La trasformazione industriale deve fare i conti con una perdita strutturale di quote di mercato a favore delle “private labels”.

Il lavoro ha pagato il presso più alto.

E’ ormai indispensabile che il sistema produttivo manifesti volontà e capacità finalizzate a realizzare progetti di consolidamento e crescita a tutela e promozione delle professionalità espresse dai lavoratori.

La UILA UIL del Trentino, in linea con le posizioni assunte dalle segreterie nazionali di FAI, FLAI e UILA, già il 13 maggio 2011, a Cremona, al Convegno nazionale che ha rappresentato gli stati generali del latte italiano, pur in assenza di Coldiretti, sfilatasi dal parteur unitario in zona Cesarini, la UILA UIL ritiene indispensabile ed indifferibile un dialogo fra tutti i soggetti della filiera, con l’obiettivo di arrivare ad un progetto condiviso, da portare al confronto con il Mipaaf e con l’Europa, dopo le dovute armonizzazioni con le specificità del sistema della produzione del latte, sul territorio montano di tutto l’arco alpino frontaliero, dalla val d’ Aosta al Friuli Venezia Giulia, dove Lactalis a occidente, ed Emmi Holding a oriente, ma anche a Roverè della Luna, rappresentano la doppia frontiera dell’attenzione al prodotto italiano.

Un prodotto d’eccellenza, la cui immagine è stata ripetutamente infangata dai furbetti delle quote latte, dai furbetti dell’alpeggio per mandrie dichiarate numerose, come da prateria americana, o nella migliore delle ipotesi da prato padano o prata trentina.

Dalla selezione genetica delle nuove razze bovine passa la frontiera del controllo internazionale sulla filiera europea. Se la selezione sarà orientata a razze di vitelli sempre più voraci o a un consapevole rallentamento dello sfruttamento delle risorse di ogni territorio, questo dipenderà solo dalla consapevolezza, più o meno vorace, più o meno cooperativa, di tutti i soggetti coinvolti.

All’Assessore al Lavoro, dottore honoris causa, Lorenzo Dellai, ed all’Assessore all’Agricoltura, signor Tiziano Mellarini, chiediamo, con urgenza di convocare gli stati generali dell’agricoltura trentina, ed al loro interno, di dedicare almeno una giornata al confronto internazionale, fra tutti gli stake holders interessati alla partita del latte trentino. Ivi compresi i cugini sud tirolesi, che dimostrano, da anni, di avere una capacità ragguardevole di fare sistema, in maniera sinergica, senza alimentare la conflittualità interna per mere ragioni di opportunismo consensualista o elettorale.

Se la cooperazione trentina si illude di poter mettere barriere all’avanzare del mercato e della storia delle relazioni industriali e sindacali glocale, con inutili barriere protezionistiche, come quelle oggi annunciate per i soci della cantina di LaVis, nessuno si illuda di poter imbrigliare il mercato, dinanzi all’affacciarsi dei giganti alloctoni, anche sul piccolo territorio trentino.

Così come già accaduto per i soci della LatteTrento, turlupinati dalle promesse vane dei politicanti di turno, i buoi sono scappati e le stalle rimangono deserte.

I soci della cooperazione trentina sono uomini liberi, e, se di buoni costumi, sono anche ben accetti al di fuori di un sistema di regole arretrato e inattuale, che pare solo voler preservare l’Unitas, per meri scopi pre elettorali, incapace di rispettare la diversitas, cioè la libertà di distinguersi da un orientamento conformista, opportunista, di comodo ed accomodante, ma certo non in linea con le dinamiche europee e sovranazionali. Paolo De Castro, James Nicholson, Coldiretti, Confagricoltura, CIA, Fedargi Confcooperative, Lactalis, Emmi, e se sarà in grado di presentarsi al tavolo con proposte credibili anche LatteTrento, sono attesi a un tavolo che, in assenza di immediata iniziativa unitaria, la UILA proverà a mandare avanti, comunque.

Uila – Uil del Trentino – Giovanni Galluccio