Con questa testata, libera e liquida, con leggero profumo ed aroma di vino, parliamo di giornali che se ne vanno. Lo facciamo con la sensibilità che alberga fra i pennivendoli per bene; oggi ci sentiamo in dovere di registrare una grande perdita nel campo giornalistico: una testata storica fra i quotidiani cartacei trentini, quella considerata da sempre la più laica, dopo una prima chiusura, di qualche hanno fa, ed una riapertura il 28 ottobre dello scorso anno, oggi non viene solo chiusa, ma forse assassinata. Sì, l’editoriale del caro, bravo e professionale direttore Paolo Mantovan, per chi come me, ha condiviso la sfida di scriverci, per di più gratuitamente, è un colpo al cuore. La riapertura dello scorso anno accese la passione, condita con la speranze di una nuova, anche se pur tormentata, vita. La morte odierna, in pieno ferragosto, pare proprio un delitto dal sapore amaro.

La dietrologia, scienza spesso perfetta, potrebbe suggerirci mille suggestioni per scrivere più di un romanzo, staremmo a vedere, se le Missioni Africane, luogo ove sorge la casa dei giornali trentini, diverrà il sito ideale per un residence da ricchi con vista sullo Scalo Filzi dei veleni, giustificando così, e rendendo comprensibile, il perché di tanti faccendieri e costruttori in un consiglio che dovrebbe amministrare stampa e giornali. Leggeremo nel romanzo che sarà edito, forse, da Athesia, come mai l’Adige, che abita nella stessa casa del Nuovo Trentino oggi defunto, e che ha gli stessi amministratori, non abbia sprecato neppure lo spazio mignon di un necrologio rispargnino, vista anche la loro grande e redditizia presenza nel mercato degli annunci mortuari. Eppure, anche il direttore di quella testata è collega di Paolo Mantovan e i redattori, che rimangono privi di carta su cui scrivere, erano partiti da quella testata, con biglietto di sola andata e con garanzie non solo di libertà ma anche di protezione.

Oggi la stampa trentina è listata a lutto, muore una illusione di libertà, una spina fastidiosa una fastidiosa zanzara nel conformismo tranquillo del mondo informativo cartaceo viene zittita. Un pugno di fogli, inzuppati di informazioni destinate al dimenticatoio o alla discarica non autorizzata viene annientato. Ci mancherà, quel quasi volantino, introvabile spesso anche in edicola, ciò che in molti consideravano una provocazione altoatesina alla iniziativa trentina, nata quasi lo stesso giorno d’autunno. Ora la campagna elettorale potrà avviarsi in pace, i proventi delle iniziative pubblicitarie per far conoscere candidati e programmi e tutto il caravanserraglio di una competizione in bilico, verranno riservati a chi rimane con le rotative aperte. Nei prossimi tre mesi, da qui sino al 22 ottobre, faremo a meno spine nel fianco, zanzare pungenti e giornalisti coraggiosi. E forse questa non è un a casualità.

Oggi un giornale liquido che parla spesso di vino e di brindisi che seguono a tutte le cerimonie, non riesce né a dare un tocco di “acqua santa” né ad alzare un calice di Prosecco. E così noi ci accontentiamo di un nodo alla gola e una lacrimuccia strozzata.