Il problema, o il vantaggio, è solo una questione contadina. Ci sono contadini buoni e contadini cattivi.
Su L’Adige di domenica 26 ottobre un bel ripasso sui numeri del vino trentino e italiano.
E soprattutto la parola del principe degli enologi trentini. Che distingue fra i buoni e cattivi.
Contandini, si intende.

L’impegno fa la differenza: Anche perché – è ovvio – l’uva non è tutta uguale. «Diciamo che quest’anno, più che in passato quando i sole risolveva da solo gran parte dei problemi, si è nota la differenza che esiste tra viticoltori bravi ed appassionati e chi, invece, s’impegna meno – continua l’enologo -. Chi ha seguito bene la campagna, lavorandola accuratamente, “sfogliando”, togliendo il marcio e curando le malattie è riuscito a portare a casa un buona produzione».