Saccheggio la rassegna stampa di FTCOOP e ripubblico gli articoli usciti fra ieri e oggi sulla stampa locale a proposito del benefico dietrofront del mondo Cavit dalla certificazione SQNPIApe Maia -: un processo certificativo che fin da principio ho considerato inutile e sbagliato (link).

Vi invito a riflettere sulle dichiarazioni rilasciate a Francesco Terreri per l’Adige dal presidente di Cavit, Bruno Lutterotti, e da quello del Gruppo Mezzacorona, Luca Rigotti. Mi pare di avvertire una differenza abissale. Non solo nello stile cooperativo ma anche nei modelli di riferimento culturale.

Dichiarazione Bruno Lutterotti

Questo richiede tempi adeguati di informazione, formazione e attuazione. Non miriamo alla certificazione come mero elemento comunicazionale, ma quello che ci preme è che i nostri soci comprendano le ragioni che stanno alla base della Certificazione e di ottenere così una adesione convinta e completa, non imposta, elemento fondamentale per la riuscita e il mantenimento nel tempo della certificazione.

 

Dichiarazione Luca Rigotti

Certificare l’uva è il primo passo per certificare il vino. Vuol dire dare l’immagine di quanto ha lavorato per l’ambiente tutta la viticoltura e l’agricoltura trentina. Là certificazione dell’uva e poi il bollino sulle bottiglie sono spendibili a livello commerciale. Nei mercati esteri come la Germania ma anche gli Stati Uniti il consumatore è sempre più sensibile a questi prodotti.

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