Ho letto con interesse l’editoriale di Luca Rigotti, apparso ieri sul Trentino e richiamato anche fra i commenti del blog. E devo dire che mi ha convinto. Anzi ero già convinto prima.

Il presidente di Mezzacorona fa un ragionamento ineccepibile quando tratteggia il profilo della cooperazione agricola trentina e ne ricostruisce l’identità di strumento di impresa e di classe. Sottolineandone la capacità di produzione di valore e di socializzazione dei profitti.

In Trentino è avvenuto, e avviene, esattamente questo: la cooperazione agricola ha svolto un ruolo liberatorio per una classe sociale, per i contadini nati mezzadri e servi della gleba e diventati imprenditori socializzati attraverso l’esperienza cooperativa.

Le argomentazioni del tycoon rotaliano, sono implicitamente permeate di una visione marxiana della società, pur senza che egli evochi mai questa retroterra analitico.

In sostanza Rigotti ci dice questo.

La cooperazione doveva essere uno strumento di riscatto di classe e non uno strumento di territorio. Il concetto di territorio, infatti, è un concetto vago e non classista. Sociologicamente insignificante. E’ il refugium dell’indistinto, è un inganno lessicale romantico e borghese, perché riconduce tutti gli attori sociali dentro una condizione di parità formale, che non è rappresentativa dei rapporti di forza reali. Al contrario, la cooperazione trentina ha lavorato per modificare radicalmente questi rapporti di forza. Talvolta questi rapporti di forza li ha rovesciati anche ricorrendo alla violenza dei meccanismi finanziari ed economici messi a disposizione dal capitalismo. Ma alla fine ha alzato la testa e ha fatto alzare la testa a migliaia di servi della gleba, infeudati dall’aristocrazia agraria.

 

Bravo Luca il Rosso, è questa la cooperazione che mi piace: quella che alza la testa e ogni tanto tira fuori i coglioni. E li sbatte in faccia ai conti, ai marchesi, ai baroni e al fighettume di regime (e degli wine bar). Punto.

Da queste brevi riflessioni, ne discende un piccolo Bignami cooperativo e rivoluzionario

  1. La cooperazione ha emancipato una classe sociale? Si
  2. La cooperazione ha creato valore e lo ha redistribuito equamente? Si
  3. La cooperazione ha dato una prospettiva politica coerente alla sua classe sociale di riferimento? Si
  4. E’ compito della cooperazione produrre vino per i sommelier e per il fighettume che frequenta gli wine bar? No. Di quello se ne occupano, casomai, fighetti, conti e marchesi.
  5. E’ compito della cooperazione promuovere il territorio? No. Di quello se ne devono occupare, semmai, il Touring Club, le Pro Loco o Trentino Turismo.
  6. E’compito della cooperazione tutelare gli interessi delle altri classi sociali? No.