sedia vuota

Questo blog è nato giusto un anno fa, in una notte ubriaca attorno ad Halloween, fra quattro vecchi amici (sballati) al bar. Questo fu il primo post: una critica ideologica piuttosto tagliente nei confronti dell’assessore Tiziano Mellarini, che in quei giorni dava lezioni di marketing, assumendo la zucca amerikanista a paradigma territoriale. Da allora è capitato tutto. E niente. Partiamo da ciò che è capitato. Qualcuno dei famigerati quattro amici del bar se ne è andato. Ha preferito la facile scorciatoia del collaborazionismo organico, e probabilmente gratificante (per lui) con le centrali promozionistiche trentine. Altri di noi sono rimasti. Altri si sono aggiunti. Qualcun altro ha trascorso notti insonni, in attesa di querele e di azioni di guerra che, per fortuna, non sono mai arrivate. Altri si sono divertiti un sacco, giocando il gioco della critica antagonistica radicale, e un poco onanistica, alle politiche agricole e promozionistiche trentine.

Tutto quello che è accaduto, tanta roba, però è accaduto sempre dentro il cerchio magico dei Cosimi. Fuori dal cerchio, invece, è accaduto il nulla. Questo blog, un anno fa, era nato anche per portare un contributo culturale alla viticoltura trentina. Ora lo possiamo anche confessare: illusoriamente avevamo immaginato uno spazio digitale che potesse diventare uno strumento al servizio delle cantine sociali di primo grado e al servizio dei vigneron indipendenti. Dopo un anno, prendiamo atto che questo era, e resta, un obiettivo velleitario. Gli interlocutori con cui ci premeva stabilire un dialogo e a cui avremmo voluto mettere a disposizione uno strumento di azione politica, si sono sistematicamente sottratti al confronto e al dibattito. Non abbiamo fatto opinione e, soprattutto, non siamo riusciti ad incidere di una virgola sulle politiche agricole trentine. Paradossalmente, seppure in negativo, abbiamo ottenuta una sorta di legittimazione da parte delle istituzioni, che si sono occupate di noi e che hanno tentato, inutilmente, di intrecciare relazioni con gli autori del blog. Ma lo stesso non è accaduto con il mondo della produzione, di cui avremmo voluto diventare voce e strumento, che è rimasto a guardare, forse a leggere, ma comunque recitando sempre il ruolo convenzionale e consolidato di comparsa subalterna al modello industrialistico dominante e deterritorializzante.

Insomma, dopo un anno di lavoro in rete, quasi 500 post, migliaia di commenti di affezionati lettori e oltre ottocento mila visitatori unici, possiamo dire onestamente di aver mancato clamorosamente il nostro obiettivo:  i vigneron che si sono avvicinati a noi, esprimendo qualche forma di apprezzamento, si possono contare sulle dita di mezza mano. Siamo stati velleitari immaginando un orizzonte di mutamento, a cui i produttori hanno dimostrato, con il loro silenzio immobile e talvolta con il loro disprezzo aperto, di non essere interessati. Ma ora, dopo un anno, non vorremmo esserlo più (velleitari). Per questo nei prossimi giorni il C.C.C. (Comitato Centrale dei Cosimi) si riunirà per fare autocritica e per decidere cosa fare da grandi. Magari decideremo di continuare a giocare, ma questa volta lo faremo, davvero, solo per divertirci dentro il nostro cerchio magico. Senza ambizioni e senza progetti. E realisticamente ci inchineremo, e ci inchiniamo, all’umiliante immobilismo della mezzadria vitivinicola, paradigma della società trentina.

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