Riconosco di aver attraversato diverse fasi nella mia vita: quella in cui mi sentivo svantaggiata per il fiocco rosa, quella in cui mi sentivo privilegiata, quella in cui ho approfittato scientemente dei suoi benefici, quella in cui ho sperimentato che il femminismo e la rivoluzione sessuale hanno fallito. Anche se non ce ne siamo accorte.
Hanno fallito perché al di là del suffragio universale, il fiocco rosa è ancora un problema. E non in Africa. È un problema qui, in Italia. E’ un problema quando un Comune indice un bando di concorso per reclutare vigili urbani e pone come condizione di esclusione l’essere incinta o l’essere incinta in via presuntiva. Specificando che la condizione è posta A TUTELA DELLA  DONNA poiché vi sono da affrontare le prove di idoneità fisica. E’ un problema perché, come testimoniato da un video che è diventato virale in pochi giorni, se una donna e un uomo (che è poi lei travestita) si presentano allo stesso colloquio di lavoro ed a parità di competenze preparazione e titoli, all’uomo è offerta una maggiore retribuzione.
A questo punto forse davvero la vera rivoluzione sono le padelle. Io comincio a pensare che sia questa la vera libertà, anche se riconosco che si può arrivare a questa conclusione solo se si è avuto l’opportunità di fare le stesse cose di un uomo: laurearsi, fare una carriera (più o meno) di successo. Aver raggiunto la consapevolezza che ci si può sentire delle femmine pienamente realizzate e felici anche senza matrimonio e passeggini, ma anche senza supercarriere marchionne style. Solo allora, forse, si arriva a quella leggerezza di pensiero, che ti fa riconoscere che un momento di vero appagamento può nascere da uno spadellamento. E che, in fondo, va bene così.