Dopo una lunga pausa, durante la quale sono accadute cose, alcune buone e altre meno buone ma questa è la vita, mi è tornata la voglia di scrivere su questo blog. Me l’ha fatta tornare una cara amica pugliese, Mariapia Mapi Giulivo. Con Mapi ci conosciamo da molti anni, lei è una raffinatissima poetessa dei mari del sud, io un modesto cronista delle Alpi retiche. Ma questo, nel tempo, non ci ha impedito di essere vicini, di parlare di luna e di parole, maledette parole e maledettissima luna. Della luna puttana che ci guarda, come cantavano Dalla e De Gregori. E delle parole puttane che ci ingannano e ci stordiscono, come capita spesso di dire a me. Comunque, per tornare a noi, è stata lei, oggi, a farmi venire voglia di rimettere le mani sulle pagine di questo blog. Stamattina in posta elettronica ho trovata una sua ricetta di cucina. Cosa curiosa, quando mai io e Mapi abbiamo parlato di cucina? Mai, appunto. O almeno non ricordo. Poi ho letto, e allora ho capito e ho sorriso. Anche in cucina Mapi continua ad essere una donna di carta e di parole, la poetessa dei mari del sud che ho sempre conosciuta. E questa volta lo fa regalando una ricetta, e un piatto di spaghetti, ad un grande artista italiano: Sergio Cammariere. Come si fa per un amico vero, e loro, Mapi e Sergio, amici lo sono per davvero. Un amico per il quale si cucina. Semplicemente. Amorevolmente. Musica, parole, cibo. E anche vino. Insomma poesia. Ed è per questo che ho deciso d girare la ricetta poetica di Mapi, agli amici della nostra Osteria. E’ vero, racconta di odori e di sapori di una terra diversa dalla nostra. Ma la poesia parla il linguaggio universale dell’anima. E poi, non dimentichiamocelo, lo chef che ormai da più di un anno governa i fornelli del Vecchio Carnera è un uomo che arriva dal cuore del mediterraneo e che sa interpretare i nostri ingredienti con la sensibilità e il naso della grande cucina del sud.

Ps: dimenticavo, se volete sapere qualcosa in più di Mapi Giulivo, cercatela in rete. Mister Google vi racconterà di lei e della sua poesia tragica e irriverente. Poesia vera.

 

Dedicata a Sergio Cammariere: una ricetta ispirata …

di Mariapia Mapi Giulivo – Ritengo da sempre la cucina un’ arte. Il cibo è lo specchio di quello che siamo e rappresenta la cultura , le abitudini, l’ identità di un popolo. A me piace inventare e sperimentare nuove ricette. Perché la cucina è creativa, ti stimola la fantasia ed i sensi…E’ così, che quasi per gioco, è nata una ricetta dedicata al mio amico musicista Sergio Cammariere. Essa contiene tutti i deliziosi ed intensi profumi della sua terra, la Calabria, che ha una cucina semplice ma sapida, con qualche lieve influenza orientale…soprattutto nella parte jonica. Ed infatti Sergio è nato a Crotone, in una delle culle storicamente più vive della Magna Grecia, dove mito, leggenda, e tradizione popolare si mescolano con il vibrante azzurro del mare , mutevole e cangiante , dai fondali ricchi di mistero…e con la vastità del cielo.

Se volete provarla, il successo è garantito. Dai miei amici è sempre molto richiesta! Ecco per voi gli SPAGHETTI CAMMARIERE di Mapi.

Prendete una capace padella, in cui poi potrete saltare gli spaghetti. Se è di alluminio è meglio, per saltare la pasta è insuperabile! Altrimenti optate per una di quelle antiaderenti. Mettete olio extra vergine di oliva, una cipolla rossa, rigorosamente di Tropea , tagliata fine insieme ad uno spicchio di aglio sminuzzato e ad un peperoncino anch’esso tagliato a striscioline, possibilmente di quelli della Calabria, che hanno un gusto piccantino vivace…con brio. Fate leggermente rosolare a fuoco dolce, quindi aggiungete polpa di pomodorini, preferibilmente freschi ridotta a cubetti, qualche acciuga sott’ olio tagliata grossolanamente e un bel ciuffo di finocchietto selvatico tritato…di quello raccolto nei campi e non ai bordi della strada! Quello contiene ossido di piombo e polveri sottili! Scegliete le cime più tenere e ricche di aroma. Fate cuocere a fuoco lento per non più di sette minuti. Aggiustate di sale, tenendo conto che è già presente nelle acciughe. Nel frattempo cuocete gli spaghetti al dente. Appena pronti, versateli nella padella e fateli saltare ben bene, in modo che il condimento venga in parte assorbito dalla pasta. Serviteli caldissimi, spolverizzati di altro abbondante finocchietto fresco tritato finemente. Esso rende la ricetta molto digeribile e davvero profumatissima!

Non ci sono dosi, la ricetta è una mia creazione. Io mi regolo in base alla quantità. Al numero dei commensali. Accompagnate questo piatto sfizioso, saporoso e dal gusto mediterraneo con un vino calabrese di qualità. Suggerisco un rosso.

O un “ Dea Bruna” Arghillà, un rosso dai toni violacei molto fruttato oppure un classico e corposo Cirò rosso “ Riserva Duca San Felice” Librandi.

Per una cena, magari a due…basta completare con una fresca insalata mista e qualcosa di dolce. Un gelato, una mousse alla frutta, o, se si potesse trovare dovunque la carezzevole , delicata e deliziosa granita di mandorla di una noto bar di Crotone…sarebbe il massimo! E’ quasi una sensuale sorpresa per il palato…

E in sottofondo , mentre gustate questo piatto evocativo della sua terra… ascoltate un disco di Sergio Cammariere…ve lo farà assaporare ancora di più. Mangerete con i sensi e la musica vi nutrirà armoniosamente anche l’ anima… Per la scelta del cd, lascio a voi piena libertà. DALLA PACE DEL MARE LONTANO, SUL SENTIERO, IL PANE IL VINO E LA VISIONE, CANTAUTORE PICCOLINO, CAROVANE…Sono album bellissimi, di alto livello, tutti! Esprimono calore, colore, sapore, ritmo, talento e magia della musica raffinata e che fa volare il cuore.Un pianoforte suadente, accattivante e straordinario che incanta ed ammalia…Se ci fosse anche la luna…il quadro sarebbe perfetto!