Maso-Michei-Pinot-NeroForse ci avevamo visto giusto, a suo tempo, quando parlammo bene del Pinot Nero Igt di Maso Michei. Una bottiglia nata da uve coltivate ad altitudini estreme, fra gli 800 e i 900 metri, nel Trentino meridionale. Questa etichetta è stata citata qualche giorno fa, il 28 ottobre, sull’edizione on line del New York Times. Il Pinot Nero di Giuseppe Tognotti è stato servito ai tavoli del ristorante “La Gazzetta”, in Gansercoort Street, durante una serata happy few dedicata alla cinematografia, al cibo e al bere italiano. A diciassette dollari a quartino, mentre sullo schermo scorrevano immagini che hanno fatto la storia del cinema, il Pinot di Maso Michei ha accompagnato pizza bianca con pomodori arrosto e mozzarella di bufala, polpo alla griglia con patate e olive, gnocchi con pesto di basilico e pomodorini e pollo arrosto con peperoncini rossi, patate e finocchio. Un buon segno per il vino trentino, la prova che anche i rossi, a nord di Verona, possono farsi strada nel mondo. A patto che, naturalmente, le cose (il vino) si facciano seriamente. E senza compromissioni con le mode che in questi anni hanno dominato i mercati.