823 maso michei

Scrivo dal tablet. Mentre il pranzo pagano di primavera è ancora in corso. Un sacco di bottiglie, tutte Trento Doc naturalmente. Una figata. Anzi, una strafigata. ll mio ospite ci sa fare. Ma mi prendo due minuti per scrivere di una delle etichette che mi passano davanti. E dico subito che non si tratta di una marchetta. Perché, almeno oggi, non ho voglia di fare marchette. E poi, il produttore di questa bottiglia è amicissimo di Cosimo Junior: loro due sono quasi fratelli. E invece sta fragorosamente sulla minchia a Cosimo Senior alias Paolino Paperino (io). Quindi non do giudizi su questo Metodo Classico. Che pure mi ha impressionato. Non saremmo credibili. Non sarei credibile. Mi fermo alla bottiglia. All’etichetta. Dunque, l’etichetta non c’è. Tutto è rimandato ad un discreto cartoncino ceralaccato sul collo. Ma non mi interessa nemmeno questo. Quella che mi interessa è la contro-etichetta. Altrettanto discreta. Un francobollo orizzontale. Dove domina statuaria la parola “TRENTO”. Scritta appena sopra la dicitura – con un  corpo molto più piccolo -“Denominazione di Origine Controllata”. Chi si è inventata questa formula è ’un giovane produttore che non ha aderito al brand TRENTODOC. Avrà avute le sue buone ragioni. Come dicevo prima, è un soggettone con cui non ho rapporti: né amichevoli né commerciali. Quindi non conosco la ragione per la quale si sia tenuto lontano dal marchio della Camera di Commercio. Però ha evidenziato la parola “TRENTO”. Sulla contro-etichetta di una bottiglia senza etichetta. Mi fa il medesimo effetto di un “Ti amo”. Un ti amo dedicato al Trentino. Un ti amo sincero. Che potrebbe costargli caro. Carissimo. Eppure, questo TRENTO, messo lì, così, fa un effettone. E mi emoziona.

Ps: la bottiglia è 823 – TRENTO DOC – Maso Michei – Albino Armani