Sull’ultimo numero di La Spada di Damocle, mensile di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale, un mio contributo, firmato insieme al sindaco di Avio (TN) e vice coordinatore dell’Associazione Città del Vino, Federico Secchi, sullo stato e le prospettive della vitivinicoltura trentina.

Quando si evoca il concetto di territorio, si rischia facilmente di scivolare sul terreno minato degli equivoci. E’, infatti, una di quelle categorie descrittive in cui si stratificano una molteplicità di significati e di allusioni semantiche. La tentazione è, soprattutto e prevalentemente, quella di considerare il territorio come un unicum indistinto, come un’astrazione concettuale – contenitore, che prescinde dalle relazioni umane e sociali che si sviluppano all’interno del contesto e che si traducono in rapporti di forza in continua evoluzione.

Un fraintendimento di fondo che genera a cascata numerosi equivoci, fra cui l’enunciazione del superamento delle naturali conflittualità e competitività degli attori individuali e collettivi che agiscono all’interno del contesto e che insieme, nel moto di un processo dialettico permanente, contribuiscono a costruire la sintesi di una dimensione identitaria.

Il territorio lo si può analizzare in chiave politica o in chiave storica, in chiave culturale o in chiave paesaggistica. In chiave agronomica o in chiave sociologica. E così via. E ogni volta se ne deduce una matassa di significati e di valori differenti. Non è un unicum astratto, il territorio. E’, piuttosto, un contenitore combinato di fattori materiali e di fattori sociali che interagiscono dinamicamente, sino a definire di volta in volta la cristallizzazione di un profilo identitario collettivo, condiviso dai soggetti che lo agiscono dall’interno e riconosciuto come sintesi identificante e irripetibile da chi si pone come osservatore e/o fruitore esterno. Il concetto di territorio, quindi, comincia a chiarirsi come descrittore unitario e significativo, quando il contesto assume la conformazione di luogo in senso antropologico e sociologico. Dove per luogo si intende un contesto storicizzato, identitario e agito collettivamente in senso orizzontale; in una visione dei processi materiali, che supera l’esclusiva dimensione cartesiana di una mappatura geolocalizzata.

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