Ve lo ricordate l’allarme  peronospora che infiammò le campagne trentine un paio di mesi fa? Sì, lo so, sembra passato un secolo e ora è tempo di pensare alla vendemmia.

Comunque allora la questione finì anche in Consiglio Provinciale grazie ad un’interrogazione del leghista Maurizio Fugatti. Ora la risposta è arrivata direttamente dalla voce, anzi dalle parole, dell’assessore all’Agricoltura Michele Dallapiccola.

qui invece il testo dell’interrogazione

INTERROGAZIONE n. 3408

PERONOSPORA: QUALE IL RUOLO DELLA FONDAZIONE MACH?
DI CHI SONO LE RESPONSABILITÀ?

L’annata in corso è una delle più gravi per quanto riguarda gli attacchi di peronospora ai vigneti.

Una primavera assai piovosa ha favorito lo sviluppo di tale malattia.

Oltretutto l’utilizzo di protocolli trentini estremamente restrittivi nell’uso di agrofarmaci non ha permesso agli agricoltori una difesa adeguata delle viti, come invece è permesso in territori a noi vicini come l’Alto Adige o il Veneto, dove ad esempio l’utilizzo del Mancozeb è concesso. 

La problematica della peronospora sulle viti segue quella della Drosophila sulle ciliegie e piccoli frutti che in questa annata è stata particolarmente critica. Anche in questo caso i protocolli trentini sono stati alquanto restrittivi con perdite conseguenti considerevoli per i produttori.

In questa situazione di crisi molto spesso ad essere messi sotto accusa, spesso ingiustamente, sono i “tecnici di campo”, quelli che stanno tra gli organi che decidono i protocolli di difesa trentini e gli agricoltori.

Nella realtà invece la responsabilità va cercata negli organi che decidono i protocolli e in una annata come questa tali responsabilità rischiano di essere notevoli.

Inoltre in Trentino abbiamo anche la Fondazione Mach che su queste tematiche ha una rilevante voce in capitolo. Oggi il rischio è che, essendo giustamente la Fondazione Mach impegnata in studi importanti quali ad esempio fu il genoma, poi non ci sia il reale collegamento con la parte produttiva lasciata in balìa di se stessa o dei tecnici che altro non possono fare che ricevere input da chi sta sopra di loro.

Con il rischio di non essere in grado come in questa annata di saper prevedere in tempo la gravità della situazione.

Tutto ciò premesso

si interroga

il Presidente della Provincia

per sapere:

  1. Per quale motivo in Trentino i protocolli utilizzati non hanno permesso l’uso di prodotti contro la peronospora usati in Alto Adige e in Veneto?

  2. Chi sono gli organi responsabili dei protocolli di difesa in Trentino?

  3. Quale è stato il ruolo della Fondazione Mach nella annata in corso nella difesa da peronospora e Drosophilla?

  4. Ritiene la Provincia che debba essere rivisto il sistema di difesa per gli anni a venire?

  5. Ritiene la Provincia che, come avvenuto in altri casi, vista la particolarità della annata si possano istituire fondi ad hoc per i danni da peronospora e Drosophilla?