Che ormai non si possa fare a meno di Cracco è assodato. Non bastavano i menù gourmet, ora Cracco si dedica anche alle patatine fritte. Quelle imbustate che si trovano nei bar e nei supermercati. Cosa ci sarà di gourmet in una patata fritta industriale non lo so. So solo che ormai o si mangia complicato, sofisticato o non siamo contenti. Se un piatto ha un nome semplice non ci attira, non ci stuzzica neppure l’appetito. Siamo prigionieri di una cucina che è diventata soprattutto un esercizio estetico.

Lo confesso: anch’io subisco il fascino della cucina creativa e non disdegno una bella serata davanti alla TV a vedere l’ultima sfida di MASTERCHEF. Però mi faccio anche un esame di coscienza: riconosco che questo è uno spettacolo culinario e penso che la cucina, quella vera, (forse ormai) è altrove. In un altrove che mi ricorda il profumo delle polpette al sugo della nonna. Quel profumo che faceva la festa, quella della domenica in cui tutto era speciale. Ora la giostra gira al contrario, tutto è speciale, ogni giorno. E in questo magnifico mondo della cucina gourmet, se l’uovo non è candito non ci piace. Mi è venuta fame. Esco. Stasera Crostone del Brigante. Non pensate cose complicate. Pane, mozzarella e prosciutto. Punto.