Chi mi conosce sa che non sono solito lisciare il pelo ai sindacati agricoli, ma partecipare ieri all’assemblea di Confagricoltura mi è veramente piaciuto; e non lo dico per fare un pesce d’aprile o per arruffianarmi i dirigenti: lo voglio dire perché l’assemblea di ieri è stata una bella occasione per discutere tanto e senza peli sulla lingua.

L’appuntamento era alle 15 presso la sala “Ferrari Incontri” a Ravina. A fare gli onori di casa Marcello Lunelli che ha concluso il suo intervento di benvenuto, ricordando il monito che gli rivolgeva un suo vecchio insegnante: “Se volete parlare male dell’agricoltura fatelo pure, ma a pancia vuota!”. Poi è stata la volta del coordinatore Diego Coller, che ha presentato il bilancio del sindacato. Di seguito la relazione pepata della presidente Cinzia Cainelli. Queste le richieste forti di Confagricoltura: finanziamenti aggiuntivi (sette/otto milioni in tre anni) da destinare al rinnovo delle attrezzature e ad incentivare il ricambio generazionale. E ancora: meno burocrazia e via libera alle nuove tecniche di coltivazione.

C’era anche l’assessore Dallapiccola ieri a Ravina: ha raccontato delle mille cose fatte dal suo assessorato e ha chiesto a noi contadini più collaborazione con il settore turistico. Sollecitato sui temi scottanti dell’ingegneria genetica applicata all’agricoltura, l’assessore ha provato ad essere convincente. C’era anche la Fondazione Mach, ieri a Ravina. Al direttore Menapace ho chiesto ragione delle sperimentazioni sui vitigni resistenti (Iasma Eco) in Toscana in partnership con Villa Banfi. “A suo tempo – ha risposto – era stato chiesto alle aziende trentine se fossero state interessate a testare queste nuove varietà; ma visto il disinteresse manifestato dalle cantine locali, FEM è stata costretta a rivolgersi ad altre aziende”.