Su Il Dolomiti l’informatissimo professor Ferrari, svela il (presunto) braccio di ferro in atto fra Gruppo MezzaCorona e Gruppo Cavit per la modifica del disciplinare della Doc che regola il Pinot Grigio Trentino.
Mentre i primi, rivela il giornalista, sarebbero propensi a mantenere le attuali soglie (15 ton / ettaro + 20 % di esubero ammesso = 18 ton.), introdotte al rialzo un paio di anni fa, i secondi vorrebbero tornare indietro. Sullo sfondo, chiaramente, c’è la potentissima DOC delle Venezie (18 ton. /ettaro + 20 %  di esubero ammesso = 21,6 ton.). In realtà in Cavit il dibattito è aperto da almeno un anno, soprattutto nell’ambito delle sociali di primo grado: la monumentale Doc Venezie, semmai lo sta accelerando. Del resto il decano dei giornalisti non si spinge oltre e usa un’espressione volutamente, e significativamente, ipotetica e vaga: “C’è nell’aria…” scrive il maestro.
E tuttavia mi sfugge una cosa: la ragione di tutto questo gran dibattere sulle rese del Pinot Grigio in Trentino, dove la reale produzione media di uva (fra bassa collina e fondovalle, fra la doc trentino e le igt) si attesta, a seconda delle annate, fra le 12 e le 14 ton / ettaro, generalmente fra le 12,5/13 ton. (fonte Consorzio Vini del Trentino). Perché, dunque, questo assillo delle rese formali, codificate in disciplinare, se la capacità produttiva reale è sensibilmente inferiore? Boh! Chiederò spiegazioni e intanto #seguirabrindisi

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