Stefano Ferroni

Erano mesi che venivo descritto da un Lorem Ipsum e non mi decidevo mai a cambiarlo. Un po’ per pigrizia, ma anche perché mi piaceva che a descrivermi fosse un nonsense poetico, che parlava di un luogo remoto, lontano dalle terre di Vocalia e Consonantia … oggi però sento che è venuto il momento. Lombardo di nascita e residenza, trentino di origine e di cuore, qualche affetto mi lega anche al Piemonte. Di mestiere faccio altro, il consulente di ICT Management; fino a non molto tempo fa il vino lo ho frequentato solo dall’orlo del bicchiere. Conosco Cosimo Piovasco di Rondò da quando eravamo bambini; un giorno ho cominciato a scrivere su Trentinowine, per gioco, su suo suggerimento, e per gioco continuo a farlo. Seguo il corso di sommelier della FISAR Milano, divertendomi un sacco. Più cose conosco sul vino, meno mi illudo di essere un professionista o un esperto. Qualcuno, ogni tanto, dice di leggermi e di apprezzare questo mio tono distaccato; io mi stupisco sempre, sia del fatto che mi leggano, sia che apprezzino. E ne vado fierissimo.

Apri il vino e, porcaloca, sa di tappo. Questo ci è successo l’altra sera, stappando una bottiglia di Marzemino che si preannunciava magnifica. In quel mentre, mi ricordo (vagamente) di aver letto un vecchio articolo sul New York Times, qui: http://www.nytimes.com/2009/01/14/dining/14curi.html?_r=0, in cui si parlava di strani “attrezzi per migliorare il sapore del vino” e del modo per eliminare il

Continua a leggere...

Ogni tanto l’incubo si materializza: e ti tocca farci i conti. Nella fattispecie, si trattava di una bottiglia di vino del contadino, anzi un’Enantio del contadino annata 2009, prodotto da uve collinari della Valdadige. Ora, come è noto, il vino del contadino è per tradizione (o per convenzione) genuino ma ispido e l’Enantio, si sa, picchia come un fabbro. Dopo

Continua a leggere...