Forte e chiaro il messaggio evidenziato dal tradizionale incontro annuale tra la Confraternita della Vite e del Vino di Trento ed il Sovrano e Nobilissimo Ordine dello Antico Recioto della Valpolicella ospitato nella tenuta San Leonardo dei Marchesi Guerrieri Gonzaga a Borghetto di Avio. L’incontro, organizzato col supporto dell’avvocato [...]

Forte e chiaro il messaggio evidenziato dal tradizionale incontro annuale tra la Confraternita della Vite e del Vino di Trento ed il Sovrano e Nobilissimo Ordine dello Antico Recioto della Valpolicella ospitato nella tenuta San Leonardo dei Marchesi Guerrieri Gonzaga a Borghetto di Avio. L’incontro, organizzato col supporto dell’avvocato Germano Berteotti e moderato da Valpolicella_terrazze Walter Nicoletti giornalista di “RTTR”, è ruotato attorno al tema «Vallagarina e Valpolicella, terre del vino. La qualità, come progetto territoriale» alla presenza dei presidenti delle Strade del Vino Valpolicella Alberto Aldegheri, Strada del Vino e dei Prodotti Tipici della Terradeiforti Rita Zanoni e della Strada del Vino Vallagarina Paolo Malfer. Proprio Rita Zanoni, presidente della Strada del Vino e dei Prodotti Tipici Terradeiforti, nel suo intervento ha posto l’accento sull’importanza di sinergie tra territori, della loro qualità e salavaguardia ma anche all’interno della Terradeiforti.«Abbiamo già iniziato una collaborazione con la Valpolicella, collaborazione che vorremo estendere alla Strada del Vino Vallagarina». Non solo: Alberto Aldegheri, presidente della Strada del Vino Valpolicella, ha aggiunto che « in territorio veronese è fondamentale che tutti i soggetti abbiano la ferma volontà di colloquiare perché solo così si riuscirà ad estendere la collaborazione con altre realtà e ad essere efficaci nella promozione.».

Rita Zanoni, presidente della Strada del Vino e dei Prodotti Tipici della Terradeiforti, ha raccontato il territorio, «conosciuto per le sue fortezze austriache che si aprono sulle Chiusa di Ceraino a sud mentre a nord il confine è determinato dal Castello di Avio». Una strada interregionale che comprende il comune trentino di Avio e quelli veronesi di Dolcè, Brentino Belluno e Rivoli Veronese. In cui vengono coltivati due vitigni autoctoni, Enantio e Casetta, dalla storia millenaria. Territorio, quindi, cerniera tra la Valpolicella e la Vallagarina con una propria identità. Legata a doppio filo al fiume Adige, risorsa inestimabile ma anche un veicolo di promozione turistica attraverso, l’annuale Adige Marathon Terradeiforti di canoa e kayak in programma anche quest’anno la terza domenica di ottobre.

Sulla stessa lunghezza d’onda Paolo Malfer, neopresidente della Strada del Vino Vallagarina, che ha evidenziato come il progetto delle strade del vino e dei sapori «permette di fare conoscere il proprio territorio e le sue risorse, avvicinandoci come territori». Territori, aveva esordito il cavalier Paolo Bruni, presidente nazionale della Confcooperative, «in cui è necessario compiere una riflessione attorno ai nostri vitigni autoctoni che nel mondo si trovano solo qui ma anche rapportarli alla realtà italiana» «Non si può ragionare nel senso che tutto ciò si produce possa essere consumato in quei stessi luoghi. In Italia vengono prodotti annualmente 48 milioni di ettolitri di vino ma, annualmente, ne consumiamo la metà. Quindi se non troviamo sbocchi commerciali, non c’è un futuro per la nostra viticoltura. Non dimenticando una regola basilare:il vino è una sorta di equilibrio tra vino, cantina e bottiglia. Il buon vino si fa in campagna».

Franco de Battaglia, giornalista del «Trentino», ha evidenziato come «attraverso questo vini simbolo s’identifica un territorio che qualcuno chiama Terradeiforti. Qui finisce la civiltà alpina e nasce quella veneziana. Questa è terra di confine, Napoleone vi ha colto una delle sue più esaltanti vittorie che ancora risplende in una delle magnifiche vie parigine; gli Asburgo vi hanno fatto la porta del proprio impero multietnico; questa terra deve essere fatta conoscere, non può essere vista come alto veronese e basso trentino. Questa è un’area strategica legata insieme dalla vite e dai suoi viticoltori. E per questo una terra che deve costruire attorno i suoi prodotti una sua precisa identità in rapporto con i territori limitrofi».

Sonia Salgari del Consorzio Pro Loco Valpolicella responsabile dell’ufficio turistico e Consigliere della Strada del Vino Valpolicella ha presentato un video curato dalla Regione Veneto. «Qualità del vino e del territorio si associano – ha affermato Sonia Salgari – in un progetto complessivo. Il turista richiede di conoscere i nostri prodotti ma ha anche la curiosità di conoscere le risorse territoriali. Nostro obiettivo è di fare scoprire tutto quello che sta attorno ad un buon bicchiere di vino. La Valpolicella è cresciuta sotto il profilo di strutture, abbiamo avviato corsi di formazione per gli operatori affinchè si possa comunicare efficacemente il territorio ai visitatori. Un progetto complessivo che accomuna, nei suoi presupposti, la Valpolicella ma anche la Vallagarina e la Terradeiforti».

Il giornalista Fabio Piccoli ha affermato come «nel mondo la qualità è diventata un prerequisito. In India dopo avere parlato due ore davanti a 180 ristoratori indiani, alla domanda: perché dovrei mettere in carta un vino italiano? la risposta è stata perché in Italia la vite è radicata dal fatto che abbiamo una moltitudine di vini che si abbinano a qualsiasi piatto, perchè vino fa rima come piacere della vita, come eleganza proiettato dal made in Italy nel mondo. Legato al nostro modo di vivere, aspetto fondamentale per aggredire mercati come quello statunitense in cui il vino viene consumato dal 22 per cento dei consumatori».

Tiziano Bianchi, giornalista de “L’Adige ha evidenziato come «nella viticoltura trentina si stia osservando una nuova tendenza, a seguito di un progetto qualità che ha permesso di coltivare la vite non solo nel fondo valle ormai saturo ma anche in collina con buone rese economiche».

L’assessore della Provincia di Trento Tiziano Mellarini ha infine sottolineato come «oggi, inutile nasconderlo, ci sono difficoltà ma oggi più che mai è fondamentale sviluppare i propri prodotti nell’ottica di una giusta qualità-prezzo che significa non abbassare i prezzi ma conferire il giusto prezzo. Negli ultimi cinque anni abbiamo recuperato, col Comitato Tecnico, oltre 400 ettari restituendoli alla viticoltura, in particolare modo alla viticoltura di montagna. Un recupero teso a veicolare l’ambiente trentino sia sotto il profilo naturalistico che turistico. La ruralità sarà una chiave fondamentale anche per la valorizzazione di un territorio che vede in prima linea Avio, Ala e l’alto veronese».