Mattia Clementi e Raffaele Fischetti: la strana, ma formidabile, coppia. Trentino, enologo, winemaker a Villa Corniole, e presidente del Comitato Mostra della Valle di Cembra, il primo. Pugliese d’origine, ma naturalizzato bolzanino, e presidente della Fondazione Italiana Sommelier del Trentino Alto Adige, il secondo.
Saranno loro due, la strana coppia, la prossima settimana, dal 3 al 5 agosto, a raccontare attraverso il vino uno dei più bei paesaggi terrazzati del mondo, la Valle di Cembra, al popolo di Aglianica Wine Festival, la rassegna, arrivata alla 20° edizione e quest’anno ospitata nel Palazzo Giustino Fortunato di Rionero in Vulture, dedicata ad uno dei vini di territorio più prestigiosi d’Italia, l’Aglianico del Vulture. Un vino di grande temperamento e un vino partorito dalla montagna (nella versione superiore protetto anche da una severa Docg), prodotto da vigneti coltivati a partire da altitudini collinari e  fino agli 800 metri sulle sulle falde paterne del Monte Vulture, il maestoso vulcano spento che domina da settentrione la provincia di Potenza.
Trentino e Basilicata. Montagna e montagna. Vino e vino. Territori che si confrontano e che provano a riconoscersi dentro un orizzonte comune, quello della narrazione enologica che si intride di paesaggio e di esperienzialità contadina. A tessere la trama di questo incontro fra Nord e Sud, fra Sud e Nord, appunto, Mattia e Raffaele, l’enologo e il sommelier. Fra ambienti che, entrambi, sprigionano la sensualità della bellezza selvaggia. E che, entrambi, appaiono anche al viaggiatore più distratto come paesaggio in divenire, costruito dalla millenaria fatica dell’uomo proteso a domare e a plasmare la natura.
A Rionero in Vulture per tre giorni la Valle di Cembra si presenterà con un banco di assaggio focalizzato esclusivamente sui vini da uve a bacca bianca prodotti dalle nove aziende vitivinicole da Valle (Cembra Cantina di Montagna, Villa Corniole, Pelz, Zanotelli, Nicolodi, Simoni, Corvée, Barone a Prato). Non solo Mueller, insomma e perfortuna, ma anche Sylvaner, Riesling Renano, Nosiola, Chardonnay e  Incrocio.
Nella sala B di palazzo Giustino Fortunato, inoltre, sabato alle 21,30 sempre Mattia e Raffaele condurranno una degustazione (i fighetti la chiamerebbero master class) con sette referenze di Metodo Classico a tipologia dosaggio zero prodotti in valle: sarà una degustazione sui generis, a bottiglie coperte, che consentirà ai partecipanti  di sentirsi protagonisti di un viaggio fisico e concretamente vissuto, attraverso i rifermentati in bottiglia, fra i terrazzamenti della valle di Cembra.
«L’obiettivo che ci proponiamo è di provare a raccontare la nostra valle attraverso i vini che secondo noi rappresentano meglio l’identita e il carattere della montagna trentina», spiega l’enologo prima di partire per Rionero. E aggiunge: «Per tradizione il nostro vino distintivo è il Mueller, ma la Valle, il territorio, non si esaurisce nel Mueller. Siamo guidati dalla convinzione che il territorio sia un universo composito di produzioni, ognuna delle quali è in grado a modo di suo riaccontare il nostro paesaggio terrazzato. Per questo i vini che porteremo ad Aglianica saranno il frutto una selezione ragionata, tenendo presente la bussola della montagna, che è prima di tutto freschezza e verticalità».
La Valle di Cembra ospite ad Aglianica 2018 è anche, e soprattutto, il risultato dell’ impegno quotidiano dei sommelier della Fondazione a fianco dei produttori: «La mission dei comunicatori del vino si interpreta, secondo me, assumendo coerentemente e rigorosamente il ruolo di ambasciatori del territorio», spiega Raffaele, gran regista di questa operazione Nord -Sud, Sud – Nord. Una dichiarazione di principio a cui segue un’anticipazione sulle strategie della sua associazione: “Dopo tre anni duante i quali abbiamo lavorato sodo in Alto Adige, dal 2019 vorremmo avvicinarci anche al Trentino, da dove ci arrivano già richieste di iscrizione ai corsi. Molte cantine appoggiano e caldeggiano il nostro ingresso oltre il confine di Salorno; a breve ufficializzeremo il nome della nostra fiduciaria provinciale che sarà una donna».
Ma della Valle di Cembra cosa ne pensi Raffaele? Qualche anno fa un bravo giornalista come Andreas März, della rivista Merum, la definì provocatoriamente la “Valle dei senza nome“, tu quale idea ti sei fatto? «Dico solo che da quando la ho scoperta, circa due anni fa, e di questo devo ringraziare Mattia, me ne sono innamorato. Perdutamente. Solo questo».

LINK UTILI: 
Aglianica Wine Festival
Fis -Trentino Alto Adige
Mostra Valle di Cembra