Cinque cantine – due in Trentino, una a Dolcè, una in Valpolicella e una a Sequals, nella Grave friulana – cinque linee di bottiglie e 28 etichette. Sono questi i numeri che rappresentano, oggi, un industriale – artigiano del vino come Albino Armani, ultimo discendente di una dinastia di vignaioli che ha cominciato a fare vino nel 1607. Non si contano i riconoscimenti che testimoniano la cura e l’attenzione con cui Albino si dedica al suo mestiere. Il suo Sauvignon – “Albino Armani” 2007, ha appena conquistato il premio Mundus Vini, il più importante concorso enologico mondiale. E Luca Maroni, dell’omonima guida – bibbia del vino, quest’anno del suo Marzemino – “Io Domenico Armani”, ha scritto: “il più puro e suadente marzemino mai sperimento all’olfatto”.