Che fine ha fatto il Piano Vino che avrebbe dovuto, che dovrebbe, salvare la viticoltura trentina e non solo quella? Lo studio di dieci pagine – secondo le indiscrezioni costato dieci mila euro – realizzato dai quattro saggi (Enrico Paternoster, Emilio Pedron, Attilio Scienza e Fabio Piccoli), chiamati al capezzale del mondo del vino trentino dall’assessore Mellarini, è sparito dalla cronache. E forse anche dalle scrivanie di chi avrebbe dovuto almeno leggerlo e provare a metterne in pratica le ricette suggerite. Sono trascorsi giusto tre mesi da quando fu licenziato dalla giunta provinciale. Da quel 5 agosto, tuttavia, non se ne è più saputo nulla. Sarebbe interessante almeno sapere se è stato cestinato e perché. Non che le proposte all’insegna del “volemose bene” formulate elegantemente dai nostri magnifici quattro, avessero convinto qualcuno: sembrarono subito così scontate da apparire perfino pleonastiche. Basta leggere qualche post in rete, per rendersene conto: Vino al Vino e Winesurf, tanto per citare due blog autorevoli. O che almeno io considero tali. Tuttavia, la domanda resta. Che fino ha fatto il Piano Vino del Trentino?

Il testo del Piano Vino approvato dalla giunta provinciale il 5 agosto 2011