big-Matteo_Lunelli_Roberto_Napoletano_Camilla_Lunelli Oggi su le sue Mille Bolle Blog, Franco Ziliani torna a punzecchiare la maison di Ravina, addebitandole un’evidente mancanza di interesse per la Denominazione (e per il brand commerciale). Vecchia storia, questa. Ma ripeterla, come fa Ziliani, fa sempre bene. E soprattutto è utile. Perchè mette a nudo una questione cruciale che riguarda il Consorzio della denominazione, di cui Ferrari in termini di quantità vale almeno il 60 %. In termini di valore, probabilmente di più. Il suo è un brand forte, fortissimo. Che sta sul mercato da molti decenni e che raramente, in Italia come nel mondo, viene accostato al Trentino. Mi viene in mente una ricerca prodotta qualche anno fa da Palazzo Roccabruna. Un’indagine a campione fra i ristoratori italiani. Alla domanda se abbinassero il Trentino allo spumante, risposero affermativamente circa il 3%. Di questi circa la metà era rappresentata da chi faceva passare questo accostamento (Trentino/spumante) per Ferrari. Insomma percentuali irrilevanti e insignificanti. Sta tutta qui in questa, “irrilevanza”, la ragione per la quale l’amore fra la maison di Ravina e la Denominazione non è mai sbocciato. Per questo, i comunicatori della prestigiosa casa trentina si guardano bene dall’usare la parola Trento Doc (Trentodoc). Parole irrintracciabili nei comunicati stampa, come spiega questa mattina Ziliani, e anche nelle interviste rilasciate dalla famiglia Lunelli ai grandi organi di stampa, come avevamo segnalato qualche mese fa anche noi. Naturalemente questa è una scelta aziendale legittima e perfino comprensibile. E anche condivisibile. Il problema, tuttavia, si riverbera in maniera drammatica sul Consorzio e sull’Istituto. E ne spiega, almeno in parte, le ragione di un’immobilità che rasenta l’ibernazione.

Qui l’interessante post apparso su Le Mille Bolle Blog

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