kant

Sino a qualche anno fa, almeno per quelli della mia generazione, il sostantivo etica, rinviava immediatamente ad Aristotele e a Kant, all’Etica Nicomachea e alla Critica della ragion pratica.
Oggi questa stessa parola, invece, ha cambiato di senso e ha subito la violenza di una sorta di stupro semantico e funzionale. Un tempo era ambito di riflessione filosofica, oggi è mero strumento del marketing commerciale più avanzato e più peloso, che si pone come target di riferimento la parte più benestante della popolazione; e i meno abbienti, come sempre, si sentano in colpa, please. Perché mangiano male e il cosiddetto cibo etico non se lo possono permettere nemmeno con il binocolo.
E allora abbiamo la moda etica, i vini etici, il tag #falacosagiusta e anche, scopro dal comunicato stampa che ho ricevuto stamattina e che pubblico qui sotto,  il cibo etico affidato, chiaramente, ai consigli di uno chef stellato. Mica a quelli della signora Iside, della trattoria all’angolo della strada sotto casa. E il cibo etico sarebbe, mi par di capire, una buona pratica per non sprecare gli scarti della cucina. Le nostre nonne quando cucinavano i canederli, per recuperare gli avanzi del giorno avanti, la consideravano semplicemente come una cosa di buon senso oltre che necessaria. E non si sarebbero mai sognate di infilare questione serie come l’etica dentro una padella. Credo che le nostre nonne fossero più assennate di noi. E degli chef  etici.

Ma così, oggi, va il mondo. O meglio la sua rappresentazione mediatico – spettacolare. E consumistica.
Non so voi, mai io trovo tutto questo piuttosto volgare. E anche piuttosto barbaro. Qualcosa che ha a che fare da vicino con i processi di mercificazione. O di reificazione, come scriveva qualcuno un secolo e mezzo fa.

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Zero spreco in cucina

A lezione di cucina etica con Massimo Bottura

(Lecce, Castello Carlo V – lunedì 23 febbraio – start ore 18)

 

 

Un approccio etico al cibo.

E se lo dice Massimo Bottura, il più blasonato chef italiano, il terzo al mondo secondo la classifica internazionale stilata da The World’ fifty best restaurants, forse vuole dire che qualcosa nella storia italiana del cibo sta cambiando.

Il Bottura pensiero è passato allo stato solido in occasione di Identità golose dove, dal palco della più importante kermesse italiana per il food, ha parlato di riciclo, estrazione, recupero e dove ha portato avanti la teoria dell’anti spreco e da francescano di fatto ha assunto la mole del profeta dell’alimentazione.

L’esperienza salvifica nel cibo per Bottura prende forma in ogni pagina del suo nuovo libro Vieni in Italia con me in cui snocciola ricette e pensieri e in cui per parlare di sua maestà il cappuccino scomoda persino la Bibbia, con quel suo incipit che conferisce identità e sostanza assoluta a un bene prezioso della tradizione culinaria italiana.

Il viaggio che Bottura compie nell’Italia dell’alimentazione è connotato da palesi ammiccamenti all’arte contemporanea, che è stata un po’ fautrice di un cambio di paradigma nel rapporto intimo ed evocativo che il grande chef ha avuto a un certo punto della sua vita con il cibo, con le materie prime che, condite con la fantasia e l’estro, hanno assunto forme e identità che hanno perso le sembianze dell’effimero e hanno acquisito una sostanza narrante. E non mancano le contaminazioni musicali, il dialogo scanzonato con Maurizio Cattelan che è stato promotore inconsapevole di un principio di ribellione che nel tempo ha portato Bottura a rompere con la tradizione per «far largo a una nuova cucina italiana».

Di questa nuova idea di cucina italiana Massimo Bottura, patron di Osteria Francescana, ristorante stellato nel cuore di Modena, chiacchiererà con Antonio Tomacelli, in una serata voluta da Intravino, la voce italiana del vino sul web, e di Degusto Salento, la prima associazione di produttori di Negroamaro.

La tradizione tra i fornelli viene, così, riletta con gli occhi dell’innovazione in un esercizio che mette in moto il palato mentale e che trova ispirazione e sublimazione nell’arte in ogni sua sfaccettatura; ecco, questo è Massimo Bottura, il più intellettuale tra i cuochi italiani che ha riportato la sua passione per l’arte, per la musica e per la storia in un racconto che è un invito alla riscoperta delle tradizioni del Bel Paese, secondo la sua personalissima reinterpretazione, insomma, a modo suo, nel suo stile e secondo la sua filosofia.

Vieni in Italia con me” diventa così una scusa per compiere un viaggio tra i rumori, tra i profumi, nell’ironia e autoironia della vita di Bottura e del suo staff in quei frangenti creativi che sono stati colti dall’occhio artistico di Stefano Graziani e Carlo Benvenuto che hanno regalato al lettore foto imperfette che raccontano vita vera in cui l’esercizio più divertente, scrive Massimo Bottura, è «portare nel futuro il meglio del passato».

 

one night with bottura

La location per ospitare Massimo Bottura a Lecce è il Castello Carlo V, che per una sera aprirà le sue porte ai protagonisti, non solo pugliesi, della cucina che conta, ai giornalisti di settore, agli appassionati del mondo sempre più affascinante dell’enogastronomia che, nel tempo, sta tessendo connessioni sempre più strette con la gente comune e che diventa viatico di buone prassi e cultura.

La serata, alla quale hanno già assicurato la loro presenza il senatore della Repubblica Dario Stefàno, l’assessore alle Politiche Agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni, il sindaco e l’assessore alla Cultura del comune di Lecce, Paolo Perrone e Luigi Coclite. avrà inizio alle 18. Dopo l’introduzione affidata alla giornalista Monica Caradonna, l’editore di Intravino, Antonio Tomacelli, intervisterà Massimo Bottura ripercorrendo le trame del libro, la storia dell’uomo, l’esperienza del professionista, raccontando come è cambiata la concezione della cucina italiana in una sorta di espiazione ed educazione. Una storia interessante quella di questo grande chef emiliano nato a Modena che, appesa la sua laurea al chiodo, si è immerso in una passione che è diventata la sua vita.

 

Info 

L’evento è stato ideato e promosso da Intravino e Degusto Salento e l’organizzazione curata da Antonio Tomacelli Tonia Papagno e Ilaria Donateo. Tutte le informazioni sull’evento e sulle fasi organizzative saranno reperibili contattando Ilaria Donateo (info@degustosalento.it), Tonia Papagno (3299774439).