Nel cuore delle colline avisiane su una collina di argilla, un balcone si affaccia sulla valle dell’Adige a 260 metri slm con 10 ettari di vigneto tutti in un corpo, gestito armonicamente dalle tre sorelle Togn. Il padre Luigi, tra i primi a portare il vino trentino all’estero, è stato un grande appassionato dei vini bianchi in un territorio ove principalmente venivano coltivati vitigni a bacca rossa. Innamorato dei vini francesi aveva nel cassetto il desiderio di produrre vini bianchi che potessero invecchiare quindici/venti anni.
Sui terreni del Maso Poli, Giulio Ferrari aveva fatto le prime sperimentazioni di Chardonnay, prima di trasferirsi poi in Valsugana. Per quarant’anni il Maso ha cambiato molti proprietari finquando nel ‘49 viene acquistato da Togn, ma la vinificazione sarà effettuata a Roverè della Luna presso la propria cantina, Gaierhof, fino al 2003.
La nuova cantina viene costruita dopo un espianto di cinque ettari di vigneto e rimpiantati parzialmente, dopo la costruzione, a guyot verticale per frangere al meglio l’Ora del Garda: il vento termico che dal Sud del lago accarezza tutti i territori del nord fino all’Alto Adige. Nel 2010 poi si ha la possibilità di espiantare un ettaro di bosco per il vigneto di Pinot nero “il bosco”, utilizzato inizialmente nella base spumante.
Al Maso Poli Valentina Togn e suo marito Goffredo Pasolli realizzano vini solo quando giudicano all’altezza l’uva che arriverà in cantina; vini di buona struttura ed abbastanza tecnici che esaltano frutta e freschezza con una caratteristica principale: la femminilità.
Nell’ambiente più intimo ed armonico della cantina, ove affinano principalmente i vini rossi, si osservano legni di varie dimensioni ed essenze provenienti da molte zone del pianeta al fine di cercare nell’élevage l’esaltazione del frutto.
A parte il didattico Gewuerztraminer ed il giovane Pinot Nero Superiore, che ha la consapevolezza di dover essere degustato fra cinque/dieci anni, nel ventaglio dei vini fermi particolarmente interessante è l’autoctono Nosiola con la sua gradevole facilità di beva, garantita da un buon equilibrio tra freschezza e sapidità, ove si percepisce “gustolfattivamente” un bel ventaglio di frutta e fiori di camomilla con qualche nota di nocciola. Sorprendente il calore del Pinot Grigio abbinabile anche a piatti di carne ed il matrimonio di Teroldego e Lagrein nell’etichetta Marmoran, un vino che lavora tanto sulla gentilezza del frutto e moderatamente tannico.
Il territorio di montagna, con l’interessante bouquet di fiori bianchi e mela renetta cullati da note di frutti tropicali, si apprezza nella Riserva Trentodoc. Un Brut di ben sessanta mesi sui lieviti, da Chardonnay e Pinot nero, di bella cremosità ed armonia con un ricco perlage di media velocità, fine e persistente. Di corpo pieno, equilibrato e dall’ottima qualità gusto-olfattiva che fa pensare ai rifermentati in bottiglia della terra dei Franchi.
Avvicinatevi a questa cantina anche se non siete esperti cultori enoici, il tour emozionale vi sorprenderà fino alla magnifica opera di Marco Martalar per poi completarsi nella degustazione delle etichette del Maso in abbinamento a prodotti del territorio.