Stefano Ferroni

Erano mesi che venivo descritto da un Lorem Ipsum e non mi decidevo mai a cambiarlo. Un po’ per pigrizia, ma anche perché mi piaceva che a descrivermi fosse un nonsense poetico, che parlava di un luogo remoto, lontano dalle terre di Vocalia e Consonantia … oggi però sento che è venuto il momento. Lombardo di nascita e residenza, trentino di origine e di cuore, qualche affetto mi lega anche al Piemonte. Di mestiere faccio altro, il consulente di ICT Management; fino a non molto tempo fa il vino lo ho frequentato solo dall’orlo del bicchiere. Conosco Cosimo Piovasco di Rondò da quando eravamo bambini; un giorno ho cominciato a scrivere su Trentinowine, per gioco, su suo suggerimento, e per gioco continuo a farlo. Seguo il corso di sommelier della FISAR Milano, divertendomi un sacco. Più cose conosco sul vino, meno mi illudo di essere un professionista o un esperto. Qualcuno, ogni tanto, dice di leggermi e di apprezzare questo mio tono distaccato; io mi stupisco sempre, sia del fatto che mi leggano, sia che apprezzino. E ne vado fierissimo.

Sono seicento vignaioli stretti d’assedio da chissà quanti appassionati muniti di carrello, in un ampio capannone della Fiera di Piacenza, dove momenti di confusione si alternano a momenti di delirio. Qualche lampo, a illustrare alcuni incontri enoici. Rizzini, Franciacorta Brut Millesimato 2012 100% Chardonnay, 60 mesi sui lieviti, gran bell’equilibrio di profumi con note floreali, pane, nocciola. Selezione 2008, 108

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La location è bella, nel Superstudio Più” di fronte al Mudec dalle parti di via Tortona. È una zona dietro alla stazione di Porta Genova un tempo zona di industrie, ora con una vocazione ai locali, alla moda, al design e in generale al buon vivere. Forse l’unico rimprovero che si può muovere alla location è una certa rumorosità quando è

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A Eataly presentano il Merano Wine Festival e, grazie a un paio di telefonate che mi colgono strategiche all’ultimo momento, arrivo in orripilante ritardo. Quando arrivo c’è Francesco Fadda, barba imponente ed eloquio affabulante, che parla di The Circle. È un programma di eventi che accompagna il festival, un vero e proprio “fuori salone”. Niente live cooking nello “stage food”

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Nella pellicceria Ravizza di via Montenapoleone entrano solo facoltose signore con qualche raro accompagnatore, animali da pelo (in veste di pelo) e giornalisti accreditati. Come è, come non è, vengo subito individuato come appartenente a quest’ultima categoria, sarà forse perché sto facendo foto a tutti e a tutto. A piano terra ci sta solo l’entrata e l’imbocco della scala. Al piano superiore,

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Bottiglie aperte, masterclass di Sandro Sangiorgi sui vini naturali. Chi mi conosce sa, l’ho già detto, che guardo il mondo del vino dall’orlo del bicchiere. Sono sommelier, certo, e scrivo ogni tanto di vini; ma non mi considero davvero un addetto ai lavori, vengo qui per imparare. C’erano molti stand delle Marche a Bottiglie Aperte. Al mattino ho incontrato Marotti

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È l’ultima giornata della Douja d’Or. Ero stato alla presentazione a Milano nel 2016 e non ero riuscito ad andare ad Asti in quell’occasione; per qualche motivo imperscrutabile me l’ero persa nel 2017, quest’anno l’ho agguantata per il rotto della cuffia. La pigra domenica mattina di settembre vale il viaggio da Milano. In piazza San Secondo, nella cattedrale della Collegiata

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Il faut imaginer Sisyphe heureuxA. Camus Pomeriggio d’agosto. Ho battuto la fiacca per un po’: urge una visita in cantina. Dietro consiglio di Cosimo mi dirigo alla Cantina di Toblino, nella Valle dei Laghi, a un passo dal romanticissimo castello sul lago omonimo. La cantina è un po’ cantina, un po’ ristorante e wine bar, un po’ enoteca. Moderna e

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