Stefano Ferroni

Erano mesi che venivo descritto da un Lorem Ipsum e non mi decidevo mai a cambiarlo. Un po’ per pigrizia, ma anche perché mi piaceva che a descrivermi fosse un nonsense poetico, che parlava di un luogo remoto, lontano dalle terre di Vocalia e Consonantia … oggi però sento che è venuto il momento. Lombardo di nascita e residenza, trentino di origine e di cuore, qualche affetto mi lega anche al Piemonte. Di mestiere faccio altro, il consulente di ICT Management; fino a non molto tempo fa il vino lo ho frequentato solo dall’orlo del bicchiere. Conosco Cosimo Piovasco di Rondò da quando eravamo bambini; un giorno ho cominciato a scrivere su Trentinowine, per gioco, su suo suggerimento, e per gioco continuo a farlo. Seguo il corso di sommelier della FISAR Milano, divertendomi un sacco. Più cose conosco sul vino, meno mi illudo di essere un professionista o un esperto. Qualcuno, ogni tanto, dice di leggermi e di apprezzare questo mio tono distaccato; io mi stupisco sempre, sia del fatto che mi leggano, sia che apprezzino. E ne vado fierissimo.

O le ami o le odi. Sto parlando delle ostriche, che sono state protagoniste di una serata organizzata recentemente dalla FISAR Milano. È stata una serata molto interessante. Innanzitutto, ho apprezzato l’idea di fornire una tovaglietta con dei grafici simili a quelli che si usano per valutare l’abbinamento cibo-vino. Erano grafici un po’ semplificati, ma molto utili per parlare della

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Fioccano gli enoconsigli per il brindisi del primo dell’anno. E con loro le castronerie. Su Winefolly un post parla, con intenzioni lodevoli e meritorie sia chiaro, degli spumanti italiani e avverte che “se vedete il Prosecco rosé, sappiate che il colore rosa deriva dall’aggiunta di un tocco di Pinot nero (Pinot Noir); il che gli conferisce aromi di pesca e fragola”.

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Non solo Riesling… Un sorprendente viaggio nella Germania del Vino (serata FISAR) Sommelier. Allievi sommelier, docenti sommelier, sommelier già diplomati. La compagna di un allievo sommelier, che so essere non appassionata particolarmente di vino, presente per amore. O per gelosia. Almeno la metà dei presenti all’evento organizzato dalla FISAR Milano e dal German Wine Institute sono loro, i sommelier. Poi,

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“Bottiglie aperte”. Vado, non vado, vado. Oddio, Ziliani consiglia di non andare. Va bene, ormai mi sono organizzato, vado. Tra l’altro, so che c’è una masterclass sul Trento, sarebbe sul Trentodoc ma io mi ostino a chiamarlo Trento, guidata da Andrea Grignaffini con Lucia Letrari; e non posso non andare. Ah, le masterclass sono quelle che un tempo si chiamavano

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“Comunicare il vino con un concetto sartoriale”, la sartorialità si trova nel vino come nella moda. Almeno secondo Giuseppe Arena, che ha organizzato un evento inappuntabile, senza scuciture, dal titolo “L’Arena del vino e non solo”. E infatti si vedono le scarpe artigianali di Piantadomino spuntare da botti e tappi di bottiglia, mentre capi d’abbigliamento su misura di Federico Sangalli

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Questa sera è arrivato l’ultimo numero della rivista “Il Sommelier“. Interessante, con quel po’ di autocelebrativo che ci si può aspettare, una bella grafica. Guardo i vini, le recensioni sono sempre interessanti. Mi attrae questo Teroldego. Ma qualcosa non quadra. Stefano FerroniErano mesi che venivo descritto da un Lorem Ipsum e non mi decidevo mai a cambiarlo. Un po’ per

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