Il pensierino di ieri ha suscitato qualche polemica e ha fatto notizia. Almeno un po’. Oggi, tuttavia, la notizia non c’è. Almeno questo risulta a Cosimo. La riunione corsara di ieri sera nel maso trentino, si deve essere conclusa più o meno con un giuramento di questo tenore: “Le cose che ci siamo detti questa sera non devono uscire da qui”. Insomma niente indiscrezioni, niente battage sui giornali (e sui blog). Niente fuochi d’artificio. Giusto. Questi davvero, questa volta, sono fatti privati degli imprenditori che si sono riuniti ieri sera. Il momento è delicato, delicatissimo, perché in gioco ci sono le milionate di bottiglie di Trentodoc da vendere nei prossimi anni. La sensazione che ho avuta oggi, conversando con qualche produttore, tuttavia, è questa: il prossimo 12 dicembre i piccoli del trentodoc cercheranno di conquistarsi qualche posto in più nel consiglio direttivo dell’Istituto. Chiederanno rinnovamento e cercheranno di far entrare anche qualche faccia nuova. Facce di cui, però, fino al 12 non saranno svelati i nomi. Ma si fermeranno qui. Insomma cercheranno, giustamente, di avere più peso in direzione ma non proveranno a dare la scalata alla presidenza. Coop, politica e industriali, quindi, potranno dormire sonni tranquilli. Sulle ragioni per le quali i piccoli trentodocchisti siano, pare, intenzionati a fermarsi davanti alla porta della presidenza, non è dato sapere. Almeno ufficialmente. Quindi, lasciamo spazio all’esercizio della fantasia. Fantasia sì, ma fino ad un certo punto. Perché le ragioni, tutto sommato, sono piuttosto comprensibili. Anche a guardare distrattamente questo mondo dal di fuori.