I ricercatori trentini hanno scoperto una nuova variante della temutissima Flavescenza Dorata, a cui hanno dato il nome di Poltrona Dorata.
A differenza della versione precedente, questa variante si muove molto poco. Una volta insediata, rimane immobile, cercando di fare il minimo sforzo possibile per evitare di essere disturbata o rimossa.
Colpisce principalmente gli individui di sesso maschile, mentre le femmine raramente sono affette da questa malattia. Ma nel caso in cui una femmina venisse colpita, sono i maschi stessi a farla scomparire; e tutto avviene in modo democratico.
I primi focolai della Poltrona Dorata sono stati identificati a Trento, precisamente in via Segantini e presso Palazzo Trautmannsdorf, e successivamente a Ravina in una località non ben definita.
Normalmente il ciclo di vita di questa variante è di tre anni, ma per qualche motivo ancora misterioso riesce a rigenerarsi e ripartire da zero.
La Poltrona Dorata predilige tartine, brindisi con le bollicine e formaggio grana a scaglie in abbondanza.
A differenza della Flavescenza, non attacca singole viti, ma paralizza l’intero sistema vitivinicolo, evitando qualsiasi decisione che possa mettere in discussione la comfort zone.
Frequenta passivamente convegni preferendo posizionarsi sempre in prima fila, poiché ama essere riconosciuta e salutata dalle autorità, e soprattutto essere ripresa dai media mentre sorride con i suoi 32 denti.
Non ama riprodursi perché mal sopporta il ricambio generazionale.
La Poltrona Dorata ha anche un impatto economico, garantendo al fruitore una rendita che non varia assolutamente con il calo delle rese ad ettaro.
Al contrario se queste dovessero aumentare, scatta in automatico un adeguamento verso l’alto, indipendentemente dal tasso inflattivo.
La stampa locale ha inizialmente minimizzato la pericolosità di questa variante, sostenendo che sia un fenomeno in regressione rispetto a qualche anno fa, mentre i viticoltori trentini sono ormai rassegnati a convivere con questo problema e, su suggerimento delle autorità europee, per il bene della sostenibilità, si vantano di dedicare la loro vita per mantenere in piedi questo sistema che, secondo loro, lavora costantemente per il loro bene, garantendo una continuità nella miseria per i figli dei viticoltori.
Insomma, si può ben dire che la Poltrona Dorata ha fatto maturare il viticoltore trentino, rendendolo responsabile delle sue azioni e così abituato all’obbedienza da sembrargli di esserne al comando. Come si suol dire, cornuti e mazziati.