Torno a scrivere dopo alcuni giorni di silenzio. Silenzio intenzionale. E doloso. Le cui ragioni spiegherò, magari, in un altro post. Perché hanno a che fare con alcuni ragionamenti che i Cosimi stanno facendo attorno al loro ruolo e alla loro (in)utilità per il mondo della viticoltura trentina.

Ma intanto scrivo perché sollecitato, questa mattina, da un’email dell’amico e compagno Massarello: “Mi sembra che quest’anno San Valentino sia un poco meno commerciale degli anni scorsi. Facile capire, con i chiari di luna che ci sono… però pensavo che forse, un incappucciato potrebbe mandare un segno d’affetto alle nostre Valentine”.

Colgo al volo la sollecitazione per segnalare una bella iniziativa che si svolgerà oggi pomeriggio presso la biblioteca civica di Rovereto e che avrà come protagonista una vecchia e cara amica mia e di questo blog, la giornalista e scrittrice Patrizia Belli.

14 FEBBRAIO 2013 PRESSO LA BIBLIOTECA CIVICA “G. TARTAROTTI” DI ROVERETO

S. Valentino: scrittori “in prestito” in biblioteca

silenzio e amore

Ti mancano le parole per dichiarare il tuo amore?
La tua fidanzata minaccia di lasciarti per la tua scarsità lessicale?
Il tuo Valentino è un inguaribile sentimentale e tu ti esprimi solo a monosillabi?

Per San Valentino, quest’anno la biblioteca civica di Rovereto offre ai suoi utenti un servizio molto particolare: si può “prendere in prestito” uno scrittore o chiedere un rimedio per il mal d’amore. Di cosa si tratta? Chi si sente in difficoltà ad esprimere verbalmente i propri sentimenti, troverà in biblioteca un professionista delle parole disposto a dargli una mano per comporre una missiva speciale da recapitare poi all’amato/a. Nel pomeriggio del 14 febbraio infatti, 4 scrittori saranno a disposizione di chi lo desidera per stilare un romantico “Valentino” su un elegante biglietto appositamente realizzato dagli artigiani del Laboratorio Didattico Arte Grafica.
Chiunque potrà richiedere gratuitamente il servizio di “scrittori in prestito” alla Biblioteca civica “G. Tartarotti” di Rovereto, che in questa particolare occasione vuole dimostrare che si possono trovare le parole adatte per dire alle persone quanto ci stanno a cuore.

Il 14 febbraio, dalle ore 15.00 alle ore 17.00 e dalle ore 18.00 alle 20.00 gli scrittori Marco Lando, Patrizia Belli, Leonardo Franchini e Maddalena Bertolini si troveranno presso il “Love desk” appositamente allestito negli spazi della biblioteca.
La Biblioteca offre rimedi per il mal d’amore
Un ulteriore aiuto si potrà trovare nella figura dello “speziale”, che prescriverà rimedi naturali per il mal d’amore. Bruno Coveli sarà a disposizione del pubblico per consigli e suggerimenti derivati dall’antica sapienza popolare o dalla tradizione.

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E questo invece un mio personale omaggio a tutte le lettrici che pazientemente da oltre un anno seguono il nostro blog incappucciato.

Una nuova versione della Canzone dei Vecchi Amanti di Jaques Brel, interpetata dalla bravissima Petra Magoni. E una poesia delicatissima e drammatica di una delle mie autrici preferite: Sylvia Plath.

Buon ascolto e buona lettura in questo giorno un po’ così…

Lettera d’amore – Sylvia Plath

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Non è facile dire il cambiamento che operasti.
Se adesso sono viva, allora ero morta
anche se, come una pietra, non me ne curavo
e me ne stavo dov’ero per abitudine.
Tu non ti limitasti a spingermi un po’ col piede, no-
e lasciare che rivolgessi il mio piccolo occhio nudo
di nuovo verso il cielo, senza speranza, è ovvio,
di comprendere l’azzurro, o le stelle.

Non fu questo. Diciamo che ho dormito: un serpente
mascherato da sasso nero tra i sassi neri
nel bianco iato dell’inverno-
come i miei vicini, senza trarre alcun piacere
dai milioni di guance perfettamente cesellate
che si posavano a ogni istante per sciogliere
la mia guancia di basalto. Si mutavano in lacrime,
angeli piangenti su nature spente,
Ma non mi convincevano. Quelle lacrime gelavano.
Ogni testa morta aveva una visiera di ghiaccio.

E io continuavo a dormire come un dito ripiegato.
La prima cosa che vidi fu l’aria, aria trasparente,
e le gocce prigioniere che si levavano in rugiada
limpide come spiriti. Tutt’intorno giacevano molte
pietre stolide e inespressive,
Io guardavo e non capivo.
Con un brillio di scaglie di mica, mi svolsi
per riversarmi fuori come un liquido
tra le zampe d’uccello e gli steli delle piante
Non m’ingannai. Ti riconobbi all’istante.

Albero e pietra scintillavano, senz’ombra.
La mia breve lunghezza diventò lucente come vetro.
Cominciai a germogliare come un rametto di marzo:
un braccio e una gamba, un braccio, una gamba.
Da pietra a nuvola, e così salii in lato.
Ora assomiglio a una specie di dio
e fluttuo per l’aria nella mia veste d’anima
pura come una lastra di ghiaccio. E’ un dono.

16 ottobre I960

( “Lettera d’amore”  –  Sylvia Plath)