Segnalo con piacere la recensione apparsa questa mattina su Le Mille Bolle Blog del TRENTODOC 1907 Brut Riserva 2008 della Cantina Sociale di Isera. Lo faccio perché mi trovo assolutamente d’accordo con il giudizio (4 stelle) di Franco Ziliani e perché a Isera, al suo mondo schiettamente contadino e indissolubilmente legato al vino, io mi ci trovo bene. Da sempre.

E poi perché mi piace quello che sta accadendo oggi in questa cantina, dove si stanno incontrando professionalità e formazioni così diverse e allo stesso tempo così qualificate. A quelle di un direttore come Fausto Campostrini, un lungo passato in terra di Franciacorta, oggi si affiancano le competenze di un giovane enologo rotaliano, Andrea Moser, con un bella esperienza fatta sul campo in una delle cantine più prestigiose dell’Alto Adige. E’ l’idea di generazioni e formazioni enologiche diverse, che si incontrano e si confrontano, guardando al futuro senza tentazioni conservatrici.

Ma torniamo al TRENTODOC Riserva di Isera, un Blanc de Blanc possente e allo stesso tempo molto bevibile, 40 mesi sui lieviti. Le quattro stelle zilianiane sono ampiamente meritate e, a mio avviso, confermano una cosa: il TRENTODOC non è ancora territorio e forse non lo sarà mai – manca una regia e una visione d’insieme, un profilo unificante che lo descriva al di la dei facili slogan coniati dai pubblicitari -, ma dentro quest’area generica si incontrano sempre bottiglie di una qualità che tende verso l’alto e senza le facili artificioserie dei vini costruiti. Sono bottiglie, tutte, che si posizionano su un livello generalmente molto accettabile. E spesso, come in questo caso, anche ben oltre.

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