All’inizio volevo intitolare questo post “Addio alle armi”, poi, invece, ho pensato di scomodare un altro titolo hemingwayano, per commentare le dimissioni dell’amico Angelo Rossi, collaboratore di Trentino Wine fin dalle origini, dal Capitolo – cioè dalla direzione – della Confraternita della Vite e del Vino di Trento.

E’ vero, il suo è un addio vero e proprio. Un addio alle armi. La denuncia accorata e amareggiata di una sconfitta personale. Ma non è solo questo.

Le dimissioni di Angelo dalla Confraternita, motivate come sono state motivate e vi suggerisco di leggere il testo che pubblico in calce, è soprattutto un tocco di campana. Non per Angelo e non solo per la Confraternita della Vite e del Vino.

La questione è più generale. E coinvolge tutti noi, che, in un modo o nell’altro, ci occupiamo – scriviamo, parliamo, sognamo – quotidianamente di questi due stramaledetti grappoli d’uva.

La lettera – commiato di Angelo, sollecita tutti noi a riflettere sulle ragioni fondative del nostro impegno. Sui nostri perché.

Suona la campana per chi tiene il naso, e gli occhi, dentro il bicchiere.

Suona la campana per chi pensa al vino esclusivamente come ad un’esperienza estetica.

Suona la campana per chi usa il vino per costruire appiccicosi collateralismi con il potere.

Suona la campana per chi diletta fra tartine e Champagne.

Suona la campana per chi usa il vino per piegare il territorio alla brutalità della speculazione commerciale.

Suona la campana per chi blatera di territorio e poi lo tradisce.

Suona la campana per chi il vino lo violenta quotidianamente con le parole.

Suona la campana per chi parla di Marzemino, ma mangia Gongorzola.

Suona la campana per chi nel vino vede solo il vino.

Suona la campana per chi si eccita davanti ad una barricaia.

Grazie Angelo. Grazie Angelo per questo monito che interroga tutti noi.

 

Gentili Consorelle, Cari Confratelli,

con la presente desidero accomiatarmi da voi con un cordiale, anche se amaro, saluto a seguito delle mie irrevocabili dimissioni dal Capitolo e dalla Confraternita. Dopo lunghi anni (1978) trascorsi con piacere a discutere e degustare Vini Trentini, le cose sono cambiate e al malcelato disagio degli ultimi tempi è subentrato l’abbandono definitivo dopo aver combattuto invano per una linea che sentivo affidatami da chi mi aveva dato la preferenza. Per questo debbo delle scuse a chi negli anni ha riposto in me la sua fiducia.
Al di là delle motivazioni specifiche (rimaste senza riscontro) comunicate al Capitolo già all’inizio d’anno (V. All.) decisivo é stato il rifiuto di affrontare su base culturale (la sola che compete alla Confraternita) il deficit parimenti culturale che caratterizza da tempo il nostro settore vitivinicolo e che è causa evidente del suo stato di crisi. Deficit su cui le opinioni possono divergere, ma sul quale si deve comunque discutere per trovare una via d’uscita. Altrimenti si viene meno al dettato fondante del sodalizio e non restano che le poche attività consuete, peraltro scarsamente frequentate. In concreto, un esempio fra i tanti è stato quello da me proposto anche in assemblea (e disatteso) che riguardava lo stimolo, a chi di dovere, di agire sulla numerosa popolazione universitaria (16 mila studenti) da fidelizzare come futuri testimoni dei buoni Vini del Trentino. Un vero peccato, come l’occasione persa per sostenere la Camera di Commercio e il Consorzio Vini sulla Mostra di primavera, attorno ai cui tavoli nacque la stessa Confraternita (1958).
Non avendo potuto lavare i panni sporchi in Capitolo (quasi fossi  indegno di essere sentito) non mi resta che accomiatarmi da Voi con questa nota via mail. Infatti, dopo il silenzio di oltre un mese, ad un primo incontro capitolare ne sono seguiti altri due con la presenza non già dei  Probiviri (deputati a dirimere le questioni fra soci), ma di un Confratello consulente per trovare una quadra. Vi ricordo che l’Assemblea elettiva dello scorso aprile riconfermò in blocco il Capitolo uscente (rinviando ancora il rinnovamento), restando così senza un “primo dei non eletti”. Accettate le mie dimissioni, il Capitolo risulterebbe delegittimato per mancanza di un suo membro, eleggibile solo dall’Assemblea. Assemblea annunciata con comodo per il 23 aprile p.v. alla quale auguro sovranità deliberante, non già per il sottoscritto ormai fuori, quanto per ritrovare con un minimo di coraggio le oggi tradite finalità statutarie. Proprio in questa stagione, il mondo dei Vini del Trentino avrebbe bisogno di un robusto sostegno da una diversa Confraternita per ritrovare la strada che sembra smarrita.

Con rammarico, ma con l’amicizia di sempre

Angelo Rossi

Trento, 23 marzo 2016

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