Quello delle sorelle Nadia e Lara – azienda agricola Viola, Mezzocorona, TN – è qualcosa di diverso dal solito mondo dei viticoltori legato alla tradizione.

Nadia Viola è un’amante dei sogni, piuttosto disincantata, ben conscia di avere avuto la possibilità, assieme alla sorella, di aver vissuto in un mondo unico dalle mille potenzialità, il Monte di Mezzocorona, che si trova sopra la Piana Rotaliana, definita il giardino vitato più bello d’Italia.

«Ai primi del Novecento — racconta Nadia — il mio bisnonno acquistò sul Monte di Mezzocorona una casa circondata da un terreno coltivabile, convertito quasi subito in meleto. Quando fu il  momento di estirpare il campo, la mia passione per i vini trasformò la proprietà in un vigneto». E così dal 2007 venne avviata la produzione di uve base spumante di pinot nero (40%) chardonnay (40%) e pinot bianco (20%), 2500 ceppi per ettaro.

Certamente un progetto azzardato, considerando che in questo contesto è stato il primo vigneto adibito alla produzione per vinificazione, e solo in seguito altri piccoli produttori hanno seguito il suo esempio, usando però uve resistenti.

«Il progetto era partito ma non era decollato, anche per l’incidenza del fattore montagna: ci vuole più tempo dei 3 anni consueti per vendemmiare a pieno regime, e comunque le prime annate servono alla vigna per rendere costanti le qualità del prodotto. Poi i caprioli hanno rosicchiato i germogli e abbiamo dovuto recintare il vigneto, l’anno successivo il raccolto è stato razziato dagli uccelli per cui abbiamo dovuto installare le reti per proteggere i grappoli, infine è arrivato anche il tasso a peggiorare la situazione», racconta Nadia.

Una proprietà di 4000 metri, a 900 di altitudine, che viene coltivata biologicamente grazie ai consigli di un gruppo di amici legati al mondo enologico. Da qui viene avviata la produzione di uno spumante: il Metodo Trento Navarro  (2500 bottiglie circa all’anno). Il nome deriva da “Nava” che in lingua celtica significa “piana in mezzo ai boschi”, inoltre nella parola sono presenti anche le iniziali di Nadia Viola, cosa che rappresenta ancora maggiormente chi lo produce.

Il momento della raccolta è pure un grande momento di festa tra amici, che svolgono tale operazione nel giro di una mattinata, La particolarità è che l’uva viene trasportata a valle nel giro di poche ore, grazie alla navetta della funivia che vanta di avere la campata più lunga d’Europa.

La vendemmia del 2016 è stata la prima ad avere le caratteristiche idonee al progetto Navarro. L’inizio della vendemmia viene stabilito in base a una valutazione gustativa. Pressatura dell’uva intera con resa in mosto del 50%, viene fatta svolgere la malolattica e rifermentare sui propri lieviti per circa 60 mesi, solo una parte delle uve fa un passaggio in barrique di legno di rovere. Effettuata la sboccatura, rimane un altro anno ad affinarsi in bottiglia

Le prime due annate 2016 e 2017, sono state vinificate in bottiglie da 0,75 cl, poi per una questione di maturazione tecnica e di qualità organolettiche, dal 2018 sono imbottigliate solo in magnum. Un lavoro svolto da Nadia che ancora sta cercando di tarare al meglio la giusta potenzialità espressiva del suo prodotto.

NAVARRO Riserva Brut Metodo Trento 2016: si presenta di colore giallo paglierino brillante, di piena lucentezza con sfumature dorate. La bolla si presenta fine e persistente, i profumi sono delicati e pieni dove le note di crosta di pane lasciano spazio a frutta bianca matura e fiori di campo senza note citriche, sensazioni di vaniglia e pan pepato. Al palato si apprezza una piacevole cremosità e bolla elegante che però si dissolve velocemente, sorso avvolgente maturo, buona sapidità e media freschezza. Di media persistenza, con un finale dove ritornano note iodate. Affascina anche la gabbietta, in edizione limitata, con disegno di Kandisky. Mentre dal 2018 ci sarà un disegno fatto dalla figlia di Nadia.

Totalmente diversa l’annata 2018, sboccata alla volèe perchè ancora in percorso di affinamento, dove si ritrovano le caratteristiche di una bollicina di montagna date da una spiccata freschezza e da ritrovate note agrumate e minerali iodate, con maggiore persistenza e fragranza. Un percorso in netta progressione qualitativa che probabilmente regalerà nelle prossime spumantizzazioni piacevoli espressioni.

Non solo Spumante nell’Azienda Viola, «a Mezzocorona abbiamo un vigneto di Teroldego e a Spormaggiore di uve resistenti. Dallo stesso terreno proponiamo tre versioni di Teroldego che corrispondono ad altrettante vendemmie. Con la raccolta degli acini più grossi, quelli più ricchi di acqua, imbottigliamo il Rosso Mancato da non confondere con un rosato: è un Teroldego fresco e verticale che si avvicina all’eleganza armonica di un Pinot nero. Dai grappoli standard produciamo il Nero Viola, che risulta essere dal sorso pieno accattivante, piuttosto piacione per la sua pieneza quasi dolce. Il terzo vino è una dolce sorpresa che effettua una piccola parte appassimento (15%) e che sta riposando in piccole barrique e sarà presentato tra qualche anno. Stesso vigneto, insomma, ma tre diverse interpretazioni».

Altro progetto in corso dell’Azienda Agricola Viola è a Spormaggiore — rivela Nadia — abbiamo un altro vigneto ripido, a 600 mt dedicato però alla produzione di vini resistenti di Bronner, Joanniter e Souvigner Gris dove si riducono al minimo i trattamenti fitosanitari, da cui trarre un bianco fermo.

Siamo di fronte ad un’appassionata visionaria che sta concretizzando uno alla volta i suoi sogni.