Mi accompagna Manu Chao mentre oltrepasso le porte girevoli di legno scuro del Westin Palace di Milano e, non so perché, mi sembra un po’ fuori luogo, tra i parquet, le tende di velluto, le poltrone e i divani di pelle, gli stucchi dorati, gli ottoni, le boiserie dell’hotel. Gli zapatisti si annidano negli angoli più impensati. In sala Verdi
Continua a leggere...Sold out. Non era difficile prevederlo e infatti, appena ricevuta la newsletter della FISAR Milano che annunciava una serata dedicata all’Amarone, agile come un daino ho provveduto ad assicurarmi il posto. Sono rimasti a bocca asciutta (è il caso di dirlo) più di venti persone in lista d’attesa, che però, forse, potranno rifarsi: in FISAR stanno pensando di ripetere la
Continua a leggere...Il vino inizia con la vite, e la vite è una liana, che si intreccia agli alberi e alla storia dell’uomo: per questo si studia viticoltura al corso di sommelier. Quando in ottobre sono stato alle tenute Sella a Lessona (non ne ho più scritto e colgo ora l’occasione) era il momento della vendemmia. L’enologo Paolo Benassi mi ha mostrato
Continua a leggere...Non c’era tantissima gente alla serata organizzata dalla FISAR Milano con il produttore di birra Oliviero Giberti, ed è un peccato, perché le birre erano buone e l’incontro è stato interessante. Il birrificio “Birra 100 venti” è un piccolo birrificio, una brewfirm, cioè un birrificio non di proprietà del produttore. Il nome deriva dai 120 euro investiti dai primi quattro
Continua a leggere...È il cuore della Milano storica, la più autenticamente elegante, di una ricchezza felpata espressa ma non urlata. Siamo a Brera in via Montebello, a due passi dalla questura, dove un fioraio convive con un locale dall’atmosfera rétro. Sono qui per la presentazione di un Chianti, il Casale dello Sparviero. Prende il nome da due sparvieri che nidificano nelle vicinanze
Continua a leggere...Analisi sensoriale, ovvero “raccontare il vino”. Si passa dal “bere” al “degustare”, cioè utilizzare i propri sensi, la propria cultura, la propria capacità di giudizio per valutare la qualità di un prodotto: in questo caso di vini (ma anche liquori e birre). In queste lezioni si impara anche un linguaggio. Per esempio, se un vino è “sottile”, non si intende
Continua a leggere...È dura, è veramente molto dura, scrivere di un evento che ho contribuito a organizzare anch’io. In genere, quando partecipo a un evento, mi metto comodamente nei panni di chi vede le cose per la prima volta, registra quello che accade e poi lo trascrive, mettendoci del suo solo lo sguardo. Il resto, lo fanno le cose. Questa volta però
Continua a leggere...La prima volta che ho incontrato i PIWI poteva essere una decina di anni fa. Ero all’Istituto agrario di San Michele all’Adige e un enologo mi mostrava alcuni filari di vite. “Vede quelle viti? Sono incroci selezionati nel corso degli anni. Sono resistenti ai funghi, richiedono meno cure di una pianta di cachi, danno vini molto interessanti e sono illegali.”
Continua a leggere...Qualche volta avrai pensato di fare un corso per sommelier e avrai trovato mille motivi per non farlo. Il tempo, la stanchezza, la quota di iscrizione al corso, la scomodità della sede. Forse anche un po’ di inquietudine, il pensiero che alla fine avresti potuto rivelarti inadeguato, incapace di essere ammesso alla casta sacerdotale dei “veri esperti di vino”: e
Continua a leggere...(Per il lettore: il nonno Romolo del titolo, che mi ha ispirato queste poche righe, è quello evocato nel post di Anna Fasciani dell’altro giorno: quel nonno che in un bicchiere non ci trova il cuoio, ma solo il vino). Ci sono sempre molteplici livelli di lettura: pensiamo ai libri, dal Conte di Montecristo alla Bibbia, dalla Divina Commedia a Romeo e
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