Stefano Ferroni

Erano mesi che venivo descritto da un Lorem Ipsum e non mi decidevo mai a cambiarlo. Un po’ per pigrizia, ma anche perché mi piaceva che a descrivermi fosse un nonsense poetico, che parlava di un luogo remoto, lontano dalle terre di Vocalia e Consonantia … oggi però sento che è venuto il momento. Lombardo di nascita e residenza, trentino di origine e di cuore, qualche affetto mi lega anche al Piemonte. Di mestiere faccio altro, il consulente di ICT Management; fino a non molto tempo fa il vino lo ho frequentato solo dall’orlo del bicchiere. Conosco Cosimo Piovasco di Rondò da quando eravamo bambini; un giorno ho cominciato a scrivere su Trentinowine, per gioco, su suo suggerimento, e per gioco continuo a farlo. Seguo il corso di sommelier della FISAR Milano, divertendomi un sacco. Più cose conosco sul vino, meno mi illudo di essere un professionista o un esperto. Qualcuno, ogni tanto, dice di leggermi e di apprezzare questo mio tono distaccato; io mi stupisco sempre, sia del fatto che mi leggano, sia che apprezzino. E ne vado fierissimo.

Si ricomincia su binari più consueti con le serate della FISAR, dopo le intemerate di Walter Massa, e si ricomincia alla grande, con una serata dedicata al Pinot nero dell’Alto Adige. Il relatore è Pierluigi Gorgoni, competente e appassionato, innamorato del suo territorio. “In Alto Adige è impossibile bere male“: è bello poter dire una cosa del genere. Siamo nel Gazebo

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Avevo temuto il peggio, andando a Milano Golosa, nel vedere la lunga lista di conferenzieri vegetariani, sinergici, gluten free, brucatori di erbe selvatiche: tant’è che mi ero portato dietro il libro “Il Filetto” del mio amico Daniele Rubini, dalla bella copertina bordò, da usare come gagliardetto in caso di necessità. Invece, mi sono trovato di fronte a una manifestazione simpatica,

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Il TTIP non si farà, almeno nel breve: ed è un bene. Le maglie larghe dei controlli americani promettono libertà, troppa, lasciando spazio a prodotti di cui è bene diffidare. Ci terremo i nostri amati controlli europei, che rassicurano e proteggono. Già: ma chi proteggono, e da che cosa? Prendiamo i PIWI, le pilz-widerstandsfähigen Rebsorten, cioè i vitigni resistenti ai

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Anfore per il vino e calzari di cuoio: alle volte sembra di essere tornati nell’antica Roma. Non vedo all’orizzonte un Ottaviano Augusto, ma mica si può avere tutto. In ogni caso siamo nel terzo millennio e queste anfore 2.0 non vogliono essere chiamate anfore, ma Clayver: un calembour tra Clay, argilla, e clever, intelligente. Si tratta di contenitori sferici (da

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Andando avanti così, Trentino Wine diventerà Trentino Beer, e sarà colpa mia. Dopo l’evento sulle birre maltesi, la sera dopo, la FISAR aveva organizzato una degustazione delle birre trappiste. Sono birre che conosciamo bene, le possiamo trovare facilmente al supermercato, quasi tutte. A condurre la serata c’era Simone Uras, che è un degustatore di birre della ADB (associazione degustatori birra),

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