downloadOggi, finalmente, la giunta provinciale ha dato il via libera alla seconda fase del Piano Vino. Il mondo va avanti, o indietro, comunque cambia, e la politica, purtroppo, arriva in ritardo.  Ma non ci bada. Anzi, non se ne accorge nemmeno. Si chiama autoreferenzialità. Cantine Mezzacorona, che è buona parte dell’immagine del Trentino vitivinicolo nel mondo, si prepara alla quotazione in Borsa, e vedremo come andrà a finire, e l’assessore Mellarini, che probabilmente non si è reso conto di quello che sta accadendo, dichiara: “Ciò che intendiamo fare è esplicitare un nuovo modello di governance del settore, sia sotto il profilo della produzione vitienologica che della promozione in abbinamento con la proposta turistica del Trentino”. Un nuovo modello di governance del settore… .  D’accordo, ma quale?  Perché, che ci volesse un nuovo modello di governance, come dice l’assessore, lo sapevamo tutti. E da quel dì. Quello che non sappiamo, e che l’assessore non spiega, è quale sia questo modello. Boh. Voi avete capito cosa volesse dire? Avete avuta la sensazione di una qualche idea nuova? Io, no. A parte constatare che i famigerati quattro saggi ora sono diventati addirittura sedici (tre sono rimasti, Scienza, Piccoli e Paternoster; uno, Pedron, forse il nome più autorevole della commissione di maggio, almeno per quanto ha dimostrato di saper fare in Valpolicella, è sparito): potere di questa magica giornata palindroma dominata dall’11 (+5) sciamanico. E che lo spazio riservato ai vignaioli indipendenti è stato pesantemente ridimensionato: e pensare che tutto era nato sei mesi fa proprio per cercare di dare voce al mondo della viticoltura artigianale che aveva tentato di (ri)alzare la testa, disertando la Mostra del Vino di palazzo Roccabruna.  A distanza di sei mesi, siamo da capo: allora si pensava ad una Consulta composta da dieci membri di cui uno in rappresentanza dei vigneron trentini. Oggi le consulte diventano due, i membri 16 e ai vignaioli rimane lo stesso spazio di prima. Va bene così, ancora niente di nuovo: l’aria fritta si clona e si moltiplica. E diventa ideologia istituzionale.

Qui l’audio delle dichiarazioni dell’assessore all’Agricoltura e al Turismo Tiziano Mellarini

Poi, se vi va, leggetevi il comunicato stampa diffuso oggi dalla giunta provinciale:

Il “Piano vino”, ovvero l’insieme delle iniziative da mettere in campo per rilanciare la vitivinicoltura trentina, formalizzate nel cosiddetto “documento dei saggi” approvato dalla Giunta provinciale lo scorso agosto, entra nella fase due. Stamane la Giunta provinciale ha infatti accolto, con un conchiuso, la proposta dell’assessore all’agricoltura Tiziano Mellarini relativa alla fase attuativa del Piano. Nel documento approvato oggi si prevede la costituzione di due gruppi tecnici a supporto del settore vitivinicolo trentino: il primo si occuperà di definire criteri ed azioni per riequilibrare, attraverso percorsi di maggiore qualità, le produzioni vitivinicole e della grappa locali in un’ottica di valorizzazione territoriale delle stesse; al secondo è invece demandato il coordinamento unitario della promozione dei vini trentini sui mercati.

“Ciò che intendiamo fare – sintetizza l’assessore Mellarini – è esplicitare un nuovo modello di governance del settore, sia sotto il profilo della produzione vitienologica che della promozione in abbinamento con la proposta turistica del Trentino”.
Per quanto attiene al primo profilo, quello della produzione, il punto di partenza è la considerazione che il vino è “un elemento che non può essere slegato dalla identità locale”. Vitigno e territorio sono intimamente collegati e per le produzioni trentine diventa sempre più importante che esse sappiano differenziarsi sul mercato globale. Non potendo però competere con aree viticole che possono contare su ampie superfici e minori costi di produzione, diventa necessario puntare sulla qualità, privilegiando i vitigni autoctoni e di altre varietà che più di altri esprimono un forte legame con il territorio.
Secondo importante aspetto è quello della promozione, per la quale – tra l’altro – si auspica una corresponsabilizzazione finanziaria degli operatori nelle azioni da realizzare. “Diventa improcrastinabile – si legge nel documento approvato oggi dalla Giunta – concentrare sotto un’unica regia le azioni di comunicazione e promozione del settore”. Trentino Marketing spa, Camera di commercio e Consorzio Vini dovranno coordinarsi tra loro “al fine di accrescere l’unitarietà delle valutazioni e delle scelte”. E forte dovrà essere anche l’aggancio tra vino e turismo. (cz)
Questa la composizione che avranno i due gruppi tecnici.
Gruppo tecnico produzione
Enrico Paternoster della Fondazione E.Mach
Massimo Bertamini, presidente dell’Udias, l’associazione degli allievi dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige
Andrea Faustini del Gruppo Cavit – cantine sociali
Mauro Varner del Gruppo Mezzacorona
Gianni Gasperi, consulente enologico
Attilio Scienza, docente e consulente in viticoltura, in funzione di coordinatore
Lorenzo Cesconi e Matteo Moser, produttori
Mario Chemolli, direttore dell’Ufficio Tutela delle produzioni agricole della Provincia, in funzione anche di segretario
Gruppo tecnico promozione
Un rappresentante di Trentino Marketing spa in qualità di coordinatore
Mauro Leveghi per la Camera di commercio di Trento
Erman Bona, direttore del Consorzio Tutela Vini del Trentino
Fabio Piccoli, esperto di marketing agroalimentare, Istituto di tutela del TrentoDoc
Christian Scrinzi, esperto, enologo del Gruppo Italiano Vini
Matteo Marenghi, esperto, ordinario di viticoltura alla Cattolica di Piacenza
Giuseppe Bax, direttore dell’Ufficio Promozione territoriale della Provincia, che svolgerà anche le funzioni di segretario