cesconi2E ora speriamo che qualcuno apra gli occhi. Ora, dopo l’intervista (leggi qui) rilasciata ieri al quotidiano L’Adige da Roberto Cesconi, contitolare insieme ai fratelli Franco, Lorenzo e Alessandro, dell’omonima azienda vitivinicola di Pressano. Insieme hanno chiesto un incontro chiarificatore al direttore-non-direttore di Trentodoc, Fabio Piccoli. E hanno messo sul tappeto una serie di questioni decisive per il futuro di Trentodoc e anche di Trento Doc. Cose che su questo blog andiamo denunciando da parecchi mesi: l’inefficacia della pubblipromozione eterodiretta da Trentino Marketing affidata a testimonial improbabili e ad altrettanto improbabili scampagnate in giro per il mondo, la revisione del disciplinare di produzione, il modello industrialistico applicato al metodo classico dalle cantinone cooperative, la confusione fra marchi e denominazioni. Insomma tutti temi che in questi mesi abbiamo approfondito anche noi giorno dopo giorno. Ora, le stesse cose le dicono anche i bravi viticoltori di Pressano. Dette da loro queste cose hanno tutto un altro sapore e un’altra autorevolezza. E soprattutto sappiamo che queste stesse cose, le pensano – perché in privato ce le raccontano -, moltissimi altri produttori artigianali. Staremo a vedere se l’uscita dei Cesconi riuscirà a stanare qualcuno: l’assessore azzoppato, i vertici di Trentodoc, il consulente-direttore-non-direttore, che ora non potrà più cavarsela invocando le origini trentine dei suoi avi, il presidente plenipotenziario della cooperazione, che dal giorno della elezione (era metà dicembre 2011) è diventato invisibile. Difficile, credo, far finta di niente di fronte alle parole, chiarissime e definitive, di Cesconi e alla minaccia, nemmeno tanto velata, di lasciare il consorzio.

Intervista dell’Adige a Roberto Cesconi