Questa storia edificante (?) che ci auguriamo venga smentita al più presto, ce la racconta il consigliere provinciale Civico Claudio Civettini. C’entra poco con il vino, anzi nulla, ma c’entra molto con il Trentino. Con un Trentino a tratti sudamericano. Leggete, leggete e istruitevi. Poi, a suo tempo, leggeremo anche la risposta del governatore Rossi. E ci istruiremo da capo. Speriamo.

 

Trento, 1 agosto 2015

ILL. MO

BRUNO DORIGATTI

PRESIDENTE DEL

CONSIGLIO PROVINCIALE

PALAZZO TRENTINI

INTERROGAZIONE n.

VENDITA FABBRICA DI LUQUE IN PARAGUAY

CHI INCASSA QUANTO COSTRIUITO CON I CONTRIBUTI PROVINCIALI ELARGITI PER AIUTARE GLI EMIGRANTI TRENTINI, MA CON DUBBI SULLA FINALITA’ DELL’OPERAZIONE?

Da notizie pervenutaci, nelle settimane scorse sembra che, il “Banco Sudameris” del Paraguay, avrebbe cercato, senza trovarlo, il referente-uno in particolare-che sarebbe considerato “l’uomo” delle operazioni, legate alla gestione patrimoniale dell’immobile, villette interne comprese, che sarebbe il riferimento ufficiale, per la definitiva cessione, dopo un percorso che sembrerebbe essere stato molto dispendioso e altrettanto poco redditizio, se non fallimentare.

Vista l’impossibilità-certamente casuale-di mettersi in contatto con tale personaggio che ormai da tempo svolgerebbe funzioni di supervisione, senza sapere bene ,da chi designato e con quale incarico, il Banco sopra richiamato, sembrerebbe si sia rivolto all’ambasciata italiana in Paraguay, per avere notizie certe sull’interfaccia possibile di tale operazione di cessione, che parrebbe concordata, ma non si saprebbe bene, con chi, chi i beneficiari e quali le condizioni di recupero, per la Provincia di Trento, unica vera investitrice.

Difficile, anche per il Consolato, avere un referente che possa rintracciare questa figura, che dovrebbe garantire l’operazione che, a quanto sembra, non sarebbe una vera e propria operazione fatta dal sopraccitato Banco, ma da un soggetto privato che avrebbe incaricato tale istituto, al versamento di quello che sarebbe una prima trance del pattuito.

Il pagamento, dunque, sarebbe di forma definita, personale da parte del compratore o da lui incaricato e che il contatto, risponderebbe al nome di G.C.

Una forma di pagamento che probabilmente rientra nei canoni sudamericani di tali operazioni, ma che, senza entrare nel giudizio della forma o del contenuto e quantificazioni della sostanza, si crede opportuno capire attraverso questo atto ispettivo, se quanto progettato,coostruito e realizzato con denari trentini, dopo l’ipotizzabile fallimento dell’operazione, il giusto ristoro, ritorna nelle casse della Provincia o va in capo a figure e persone che nulla dovrebbero centrare con gli investimenti fatti con i denari dei cittadini trentini.

Tutto ciò premesso,

si interroga

il Presidente della Provincia

Per sapere:

  • Se corrisponde al vero che sarebbe stata venduta la cosiddetta Fabbrica del riciclaggio di Luque in Paraguay e nel caso, interessa sapere a chi era od è intestata la proprietà di tali immobili e proprietà;

  • Quanto è costata alle Casse della Provincia Autonoma di Trento, anche attraverso intermediari o società operative, la realizzazione di tale sito produttivo che non sarebbe mai decollato e, quali gli impegni con i “cooperatori” del luogo, quali e quanti i trentini paraguagi, coinvolti sul piano occupazionale, sotto quali forme e, nel caso si dovesse confermare la vendita, quali riserve sono state loro stanziate per superare tale operazione;

  • Quali investitori erano in campo, insieme alla Provincia Autonoma di Trento, per realizzare quel complesso produttivo e di accoglienza;

  • Se si confermasse l’ipotesi di vendita, la Provincia che ha sempre pagato, ha il diritto di una giusta riserva risarcitoria, a fronte di un progetto che sarebbe fallito ma che ha sostanza immobiliare su cui recuperare, magari mettendolo a disposizione delle famiglie trentine là residenti;

  • Nel caso di conferma, quale l’ordine della Provincia, principale investitore nell’operazione di realizzazione tale sito, quali i possibili recuperi finanziari, attraverso quali canali e come si intendono salvaguardare gli interessi pubblici di una operazione che, diversamente, sembrerebbe di difficile catalogazione, ma certamente non un investimento mirato al fine dichiarato;

  • A quale cifra sarebbe stata ceduta tale proprietà, a quali fini e, nell’operazione sono comprese quella decina di belle mini case, che sono state contribuite per contenere i lavoratori;

  • Quali azioni di recupero eventuale, è ipotizzabile?

A norma di Regolamento, si chiede risposta scritta.

Cons. Claudio Civettini