Se si vuole conoscere un territorio e comprenderne, non solo le caratteristiche ma anche le potenzialità, bisogna recarsi nelle vigne e nelle aziende e magari incontrare pure le nuove generazioni che stanno improntando la rinascita e la valorizzane di questo angolo diparadiso.
Si perché camminando per le vigne di Gabriele Furletti puoi credere di essere in un luogo incantato, un giardino in cui il paesaggio incornicia dei veri e propri gioelli viticoli i cui frutti doneranno, grazie a mani sapienti e attente, dei veri e propri capolavori.
Ci troviamo a Riva del Garda in un’azienda nata solo da pochi anni (dal 2020) e guidata da un trentenne determinato e intraprendente, che ha conseguito nel 2018 una laurea in vitienologia a Udine e oggi insieme al fratello si occupano di un’azienda composta da 5 ettari vitati tra le Dolomiti del Brenta e il Lago di Garda. Le altitudini vanno dai 60 metri s.l.m. ai 400-500 metri in quota intorno al lago di Tenno e grazie a un microclima unico caratterizzato da sbalzi termici importanti e varietà di suoli permettono di realizzare qualità.
I bianchi, il Pinot grigio e il Pinot nero vengono coltivati in quota dove i terreni calcarei e le escursioni termiche donano finezza mentre nelle zone pedecollinari si coltivano i rossi, che grazie ai terreni di matrice argillosa e un clima più mite riescono a raggiungere lentamente le maturazioni desiderate.
La voglia di mettersi in gioco e la visione del cammino da seguire appaiono chiare sul volto di Gabriele, un bel giovane dallo sguardo limpido e intelligente. Racconta che ancor prima di laurearsi inizia a lavorare part-time presso un’azienda della Vallagarina
e a coltivare un ettaro di terra del nonno sperimentando sul Pinot nero già nel 2015.
Viticultura sostenibile e totalmente biologica quando le condizioni lo permettono, consentono l’aggiunta di quantità bassissime di solforosa, un punto di forza dei suoi vini. Andiamo in cantina che sorge nella casa del nonno risalente come struttura al 1700. Qui due cantine di affinamento separate per i bianchi e per i rossi. Le volte smaltate e pareti che riportano a vista i sassi e le pietre ci raccontano la geologia del territorio e si può già intuire che la mineralità sarà un punto di forza dei suoi vini.
Gabriele produce una linea classica che racchiude:
– il FURLET BIANCO (Chardonnay, il Pinot Grigio e l’Incrocio Manzoni) vino dal bouquet raffinato e croccante, di cui circa un 20% della massa affina in legno, conquistando in bocca un buon equilibrio fresco-sapido;
– il rosato GRINÈ da uve Pinot Nero, Pinot Grigio e Rebò, è invece un vino dalla beva piacevole e un corpo interessante;
– il TRENTO DOC REIFF extrabrut da uve Chardonnay che sosta sui lieviti min. 30 mesi, una vera e propria bollicina di montagna;
– il FURLETTI ROSSO blend di uve Merlot, Rebò e Cabernet Franc che affina interamente in botti di rovere per 12 mesi, è figlio ed espressione di un territorio lacustre.
Le Selezioni invece ci incantano e racchiudono, oltre al PINOT NERO RISERVA che non riusciamo ad assaggiare perché già finito, il Pinot Grigio Riserva e il Manzoni Bianco.
Il PINOT GRIGIO RISERVA è il cru di una vigna storica, affina in legno dai 7 ai 9 mesi in funzione dell’annata ottenendo un bilanciamento ossido-riduttivo tra legno e fecce e lieviti. Sosta in bottiglia almeno 5 mesi prima di entrare in commercio. Vino complesso dal bouquet accattivante e una buona persistenza sapida.
Il MANZONI BIANCO nasce dalla selezione delle uve migliori e fermenta e affina in acciaio. E’ come un Incrocio Manzoni dovrebbe essere quando esprime identità e territorio e non solo il varietale! ci stupisce per la sua sapidità ed estrema eleganza.
Se questo è l’inizio di un cammino appassionato e illuminato credo proprio che ne vedremo delle belle. In bocca al lupo Gabriele!